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Zagreb: la recensione di Fulmini

Con Fulmini gli Zagreb realizzano un album 'alla vecchia': presa diretta e scarso utilizzo di sovraincisioni e diavolerie da studio.

Zagreb

Fulmini

(Vrec)

rock

______________

Scherzando e ridendo la band veneta Zagreb con Fulmini ha toccato l’invidiabile cifra del quarto album in studio. A pensarci bene questo sembrerebbe un numero esiguo, ma in una realtà controversa come quella italiana realizzare quattro dischi, soprattutto per un gruppo rock, è un traguardo di tutto rispetto.

Questo nuovo lavoro, scritto durante il lockdown del 2020, è molto potente ed ha un bel tiro.

I rimandi sono quelli legati al sound dei Ministri, mentre, se si vuole cercare un riferimento internazionale, di certo l’occhio è strizzato verso gli Stati Uniti più che nei confronti della Gran Bretagna.

Ci sono momenti di grande intensità e fulgida bellezza rappresentati dalla solidissima Contessa e dalla radio oriented Resto Solo Io che ha come ospite il buon Omar Pedrini.

È proprio il controcanto realizzato dall’ex leader dei Timoria a rendere il pezzo irresistibile e melodico come non mai. Non ci sono momenti di stasi nei dieci brani inseriti nel platter, visto che i veneti hanno voluto spingere da subito il piede sull’acceleratore con l’ottima Libellula ed hanno terminato senza mai decelerare (ad eccezione di 2020) con La Ragazza Del Lago.

In mezzo a tutto ciò si trova tanta melodia, non semplice da catturare al primo ascolto. Miss Maschera ricorda lontanamente il sound californiano di Blink 182 e Lit, a differenza di La Mira che ha certi echi tipici dei Queens Of The Stone Age.

Il buio, tipico di certe sonorità grunge, vede sbocco in Portami Con Te, mentre Laila ha tutto per essere un bel singolo di successo.

Come detto, non vi sono pause in Fulmini, una strategia compositiva che sembra voluta dalla band che ha cercato di mettere su supporto fisico quella che è la propria forza esplosiva che, chiaramente, esce fuori in tutto il suo splendore quando la stessa si esibisce in sede live.

In pratica, la presa diretta e gli scarsi utilizzi delle tecniche da studio (sovraincisioni e trucchi vari) abitano da queste parti. Disco maturo, pieno di idee e tanto basta per poterli fare apprezzare da chi ascolta la musica rock vera e genuina.

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Francesco Brunale
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