Yugo in incognito
Uomini senza gomiti
(Lapidarie Incisioni)
punk, reggae, ska
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Dodici anni di attività ed un unico album, Uomini senza gomiti, uscito appena il mese scorso dopo un paio di EP datati 2002 e 2008. Questa, in sostanza, la storia degli Yugo in incognito, band romana che ha dedicato tutta la sua carriera al live, tanto da arrivare a esibirsi come gruppo spalla di 24 Grana, Meganoidi, Radici nel Cemento e altri grandi nomi della scena italiana. Finalmente, dopo tanta gavetta, hanno deciso di dare alla loro esperienza forma concreta in tredici tracce tra il serio e il faceto.
Uomini senza gomiti è un ricettacolo dei più vari generi musicali, tanto da poter rientrare a pieno titolo nella definizione ‘crossover’. Sebbene la band si trovi perfettamente a suo agio in ambito ska/reggae (Ragazzi drogati), non disdegna un tocco più punk rock (Vattelapesca), persino metal a volte (My eden), quando non addirittura pop/folk (I matti). Questa commistione il più delle volte avviene all’interno di uno stesso brano, una dimostrazione di indubbio talento da parte di un quartetto capace di gestire egregiamente diversi stili, e di farlo con estrema naturalezza, facendo risultare gradevole anche l’accostamento più bizzarro.
Quanto ai testi, neanche in questo campo niente è lasciato al caso. Fedeli alla linea adottata a livello di sonorità, gli Yugo in incognito giocano con le parole: ne fanno strumento di denuncia sociale (My eden, Vattelapesca), le plasmano per raccontare una realtà agro-dolce (500(ino), I sogni in disparte) e oltrepassano i confini nazionali creando uno strano ibrido italiano-inglese esilarante e vincente (Don’t iscriv yourself to the siae, Stufomarcio).
In sintesi, si può dire che è valsa la pena aspettare. Gli anni trascorsi sui palchi hanno regalato a questi artisti la sicurezza e la personalità che spesso mancano in un debut album, e una direzione chiara verso la quale indirizzare la produzione successiva. Sempre che non ci vogliano altri 12 anni….
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