Younger And Better
Take Care Ep
(Autoproduzione)
post-rock
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Di primo ascolto si stenta veramente a credere che le “innocenti” quattro tracce contenute in questo Take care dei milanesi Younger And Better siano espressioni e volontà soniche di una scena psicho/post-rock contemporanea e non inediti d’epoca messi insieme col piglio filologico del grande fasto 80/90, una prova discografica che mette spanne di differenza stilistica ed estetica a moltissime altre band di settore in circolazione; altro che la “solita rassegna” raccogliticcia delle specialità del post-rock sui generis, qui non si scherza, il quartetto domina gli ascolti con un vortice di lampi, oscuri, elettricità e tutta la torba Leedsiana che possa esistere nel compendio underground, quattro tracce che da uno sfuggente mondo sotterraneo esplodono in tutta la loro folle accecante bellezza maudit.
Un suono totale d’ispirazione autentica e non impostura artificiosa, le anime ossesse di Placebo, Dinocore, Joy Division, Mogwai, Bloc Party – tra i tanti – si uniscono in una saldezza ben radicata, atmosfere, jack arroventati e disillusioni post-waveing coprono interamente l’ascolto, una nebbia tesissima che si espande e rientra come un umore d’amore lascivo, malinconicamente lascivo; dicevamo quattro tracciati dove i YAB danno un qualitativo di gamma, il moto alienante TC, il cortocircuito caotico di Await e il trip siderale che guida la finale Errors regalano quella piccola estasi devastante di un Ep che non solo è un esperimento riuscito, ma che riempie le orecchie di speciali alchimie mercuriali.
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