Yo Yo Mundi
Album Rosso
(Cd, il manifesto)
folk
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Basterebbe l’ascolto di Anarcobaleno, la splendida filastrocca finale cantata a due voci (complice Marco Rovelli, già in Les Anarchistes, ora con i Libertaria) a giustificare l’acquisto di questo nuovo lavoro degli Yo Yo Mundi. Una lieve carezza profumata di libertà che suggella un album che in tempi di colori sbiaditi, di conformismo più o meno volontario e di passioni sopite, non poteva che essere Rosso, “…perché il rosso è il colore che ci appartiene e che ora (e per sempre) ben rappresenta le emozioni, i sogni, l’energia creativa che colorano questi sedici brani inediti…”, come scrive la stessa band piemontese nelle note introduttive.
Brani che, con la straordinaria sensibilità di sempre, parlano di storie d’amore, di vita e di morte, di lacrime e sangue, di gioia e rivoluzione. Raccontano di un passato dimenticato e di un presente avviato pericolosamente verso un autoritarismo che dovrebbe spaventarci tutti, di una coscienza politica confusa e frastornata che, come le api delle nostre campagne, ha perso i propri punti di riferimento, vagando solitaria alla ricerca di una propria identità.
Oltre al già citato Marco Rovelli e alla consueta armonia del combo piemontese, la presenza di tanti amici, nonché artisti di primo piano, rende il suono di album Rosso straordinariamente ricco di sfumature ed intensità, a cominciare dal violino di Steve Wickham dei The Waterboys e dai fiati di Maurizio Camardi, passando dalla chitarra di Paolo Bonfanti e proseguendo con le voci di Patrizia Laquidara, Alessio Lega, Fabrizio Pagella (quest’ultimo dona corpo e sostanza ad un testo inedito di Massimo Carlotto, scritto apposta per l’album) ed altri.
In attesa di vederli di nuovo su un palco a sudare e macinare emozioni, gli Yo Yo Mundi dimostrano di avere ancora passione, cuore e voglia di credere in un Paese migliore, forti di una dignità e di una onestà intellettuale che, ponendoli costantemente ed ostinatamente “…dalla parte del torto…”, ce li fa amare ogni disco di più.
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