Where We Sleep
Experiments in The Dark
(Shameless)
post-punk, wave, dark, electro, noise
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Ci sono gruppi che a primo ascolto ti lasciano alquanto perplesso perché la loro musica ti sembra ostica, poco digeribile, eppure ascolto dopo ascolto le note e il potere della musica inizia ad avvolgerti e coinvolgerti.
E’ il caso dei Where We Sleep e del loro ultimo lavoro Experiments In The Dark, titolo più che adatto per vivere l’esperienza al buio in compagnia di questa band inglese.
Girovagando su internet non si trovano molte notizie a riguardo. Il loro sito è molto scarno e pubblicizza solo il loro ultimo lavoro poi ha i suoi rimandi ai social network ma anche qui la situazione non cambia, poche notizie, poche immagini e non c’è altro da fare che ascoltare il loro album per avere più informazioni.
L’album parte con un colpo secco di grancassa a cui si aggiunge quasi subito il basso e un arpeggio di chitarra, entriamo nel mondo di What I Deserve, dove la band dimostra subito di avere grandi capacità nella composizione e nell’esecuzione. A primo ascolto pare di trovarci di fronte a un pezzo strumentale perché devono trascorrere ben due minuti prima di sentire il cantato e anche qui la scoperta è notevole. Una voce teatrale, suadente che si sposa alla perfezione con la musica in sottofondo che diventa sempre più noise e un testo che evoca immagini cinematografiche alla David Lynch.
Con il secondo brano Desert, la band cambia registro regalandoci una perla di vero rock suonato con gusto ed eleganza senza rinunciare all’utilizzo dell’elettronica usata senza abusarne, ma solo come contorno o come ponte verso il ritornello.
Control è il brano che non ti aspetti dopo i primi due. Entriamo in un nuovo mondo, in una nuova sonorità che richiama un po’ i migliori Massive Attack. Quello che fa la differenza è sempre la voce del cantante che come ho detto precedentemente da quel tocco in più che non guasta mai.
Into The Light, mio parere, è la perla del disco. Un brano dove la sezione ritmica di basso e batteria fanno da padrone quasi a voler dimostrare che la band non è solo rock, non solo noise, ma è anche ritmo e potenza, il tutto arricchito dalla chitarra di Debbie Smith (ex Echobelly e Curve).
L’album si chiude con il brano che da il titolo all’album Experiments In The Dark. Una chiusura perfetta, ancora una volta molto cinematografica, come se tutti in nodi venissero al pettine, come un cerchio che si chiude, come un’esperienza vissuta al buio.
Nonostante l’album rimandi a sonorità vicina a PJ Harvey mischiata ai Garbage, è difficile poterlo collocare ed etichettarlo, che non è cosa coì negativa, anzi. A volte non essere collocabile è sinonimo di originalità, valore che pochi hanno e che pochi riescono ad ottenere senza ricordare necessariamente qualcun altro.
Un’altra cosa che fa onore ai Where We Sleep, è quello di mettere a disposizione la loro musica anche sul portale BandCamp che da alcuni anni è diventata una vetrina molto importante per tanti artisti.
Tirando le somme, ci troviamo di fronte ad una piacevole scoperta, una band che senza nascondere i propri punti di riferimento, riesce ad aggiungere valore alle loro canzoni grazie alle loro capacità e alla loro inventiva. Cosa da non poco, visto il mercato che c’è in giro ultimamente.
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