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We Love

L’orecchiabilità del pop sposa i beat della dancefloor su uno sfondo fatto di sonorità elettroniche e futuristiche: con i We Love il buon esito è assicurato

We Love

We Love

(Cd, Bpitch Control)

elettronica, pop

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we-loveA ben esaminarla, la genesi dei We Love è infarcita di interessanti dettagli e curiosità. I due membri del gruppo, Piero Fragola e Giorgia Angiuli, intraprendono questa avventura nel mondo dell’elettronica incontrandosi a metà strada, essendo stati iniziati al genere in questione rispettivamente dall’ascolto dei Coil e da un singolare regalo di compleanno, il disco Berlinette di Ellen Allien.

I precedenti musicali dei due sono stati tramandati con una tale precisione che solo le leggi dell’ereditarietà potrebbero giustificare il fenomeno: questo fatto risulta evidente se si prende in considerazione proprio l’album di debutto omonimo. Beat elettronici, synth, tastiere e languidi violoncelli non sono che alcuni degli ingredienti che sono stati necessari alla band di base a Firenze per accaparrarsi una certa visibilità a livello nazionale ed europeo.

Del resto la musica parla da sé: il minimalismo delle linee melodiche, a tratti glaciali e affilate, sempre estremamente lineari e dai contorni squadrati, si coniuga con ritmi cadenzati in grado di esercitare un influsso ipnotico ed irresistibile. Questo rigore non deve far presagire alcuna sterilità emozionale: sotto il sottile strato di ghiaccio, ben conservato, c’è l’ardore del sentimento, veicolato prima di tutto dai toni caldi e suadenti dell’intreccio di voci del duo.

We Love è un album etereo, al contempo distante dal reale e tuttavia perso in un universo di corporeità e sensualità: dietro questo connubio sta tutto il suo mistero ed il suo fascino. Ed è impossibile raccogliere la polvere stellare che questa meteora si lascia dietro in una scia, senza cadere nell’orbita di qualche buco nero.


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Delia Bevilacqua
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