Vladislav Delay
Tummaa
(Cd, The Leaf Label)
ambient, elettronica
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Sasu Ripatti torna a casa. In Finlandia. Torna dopo un lungo periodo di piogge berlinesi. Decide di tornare a casa e portare con se Vladislav Delay.
In Finlandia ritrova il suo Oceano, la sua lunga notte limpida, il “kammos”, le sue percussioni, oggetti che spesso non hanno bisogno di corrente elettrica per funzionare, e li inserisce nei suoni di Tummaa.
Non sono dipinti lineari, semplici da decifrare, tutt’altro. Ha iniziato tracciandone uno schizzo ritmico. Ha chiesto a Lucio Capece e Craig Armstrong di aggiungere istintivamente i loro colori, per poi riprenderseli, ricostruire le forme, rimodellando il tutto, nel mezzo del buio invernale del Baltico.
Chi come noi, è abituato alle luci mediterranee, fa un po’ fatica a comprendere certi colori, specialmente se non ha mai avuto la possibilità di vederli, direttamente o indirettamente.
Sasu ci fa da guida nella sua casa, non solo attraverso i paesaggi, ma anche attraverso le emozioni/sensazioni, non sempre tranquille, non sempre rilassanti, che probabilmente lui stesso prova, per farcele capire e farcele apprezzare.
Il percorso nasce in pianura, per poi salire, riscendere e tornare alla quota iniziale. La calma iniziale di Melankolia, per poi crescere fino all’ascolto di Toive, durante il quale ho sentito la necessità di muovermi, di alzarmi e muovermi. Ovviamente si esce dal Tunnelivisio, con calma.
Un disco da ascoltare concentrati, cercando di cogliere i dettagli che trasformano i suoni in racconti.
Forse chiedervi di trasferirvi nell’estremo nord europeo per apprezzarlo al meglio è troppo, magari è sufficiente aspettare il tramonto invernale, spengere tutte le luci ed ascoltare il buio.
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