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Vito Ranucci Ensemble: Dialects

Un asettico dj-set ambientato nel cuore polveroso di uno dei tanti suq d’Oriente e del mondo. Contaminato e contaminante, il nuovo lavoro del musicista e compositore napoletano fonde musiche d’altrove in un new sound ipnotico e suggestivo

Vito Ranucci Ensemble

Dialects

(Cd, MK Records/Venus)

ambient, nu-jazz

[starreview tpl=16]

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Vito Ranucci EnsembleImmergendosi nell’ascolto dell’ultimo lavoro di Vito Ranucci, musicista e compositore napoletano, autore di colonne sonore per cinema e teatro ed uno dei maggiori esponenti della scena world italiana, ci piace pensare che i panni stesi ad asciugare al sole che nasce (o che muore…) raffigurati nell’immagine di copertina, possano riferirsi ad un’umanità plurale ed indefinita, sospesa laddove Oriente ed Occidente si fondono in un unico grande altrove.

Un po’ come le musiche che compongono questo Dialects, disco ipnotico ed evocativo, nonché vincitore dell’XI edizione del Radici Etno Contest dell’associazione culturale VoltalaCarta; un immenso ed asettico dj-set ambientato però nel cuore polveroso e terragno di uno dei tanti suq del mondo, contaminato di contraddizioni e di vita, di dance music e classici napoletani (inquietante la rivisitazione di Carmela di Sergio Bruni), di testi evangelici e preghiere arabe (Choral, splendida rielaborazione trasversale di uno dei più celebri corali di J. S. Bach, “La Passione secondo Matteo”), di filastrocche down-beat (Napoli Hard) e ninnenanne sentimentali (Lullaby For Camilla).

Dieci tracce dal respiro profondamente internazionale, armonie nuove ed imprendibili scritte e musicate dallo stesso Ranucci ed eseguite con la complicità di un notevole ensemble che val la pena nominare tutto, da M’barka Ben Taleb e Federica Mazzocchi, autrici anche dei testi, ad Alan Wurzburger, Annalisa Madonna, Antonio Imparato, Fabio Fiorillo, Marta Carbone, Gigi Borgogno, Gianni Mantice, Arcangelo Caso, Gennaro Venditto, Davide Costagliola, Sergio Di Natale, Gabriele Borrelli, Gianluca Palmieri, Toni Miele e Zi’ Antonio l’Uvaiuolo.

Disco dalle mille anime ed atmosfere, Dialects non ha timore di guardarci dritto negli occhi e di far risuonare dentro di noi tutta la propria, orgogliosa diversità.


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Ivan Masciovecchio
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