Vinicio Capossela
Avezzano, Cattedrale dei Marsi, 20 dicembre 2011
live report
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Aveva il sapore del grande evento l’attesissima esibizione di Vinicio Capossela prevista negli spazi solenni della Cattedrale dei Marsi di Avezzano nell’ambito del dodicesimo Concerto di Natale/Premio alla carriera “Anna Luce”, organizzato come sempre dall’associazione culturale Harmonia Novissima con la collaborazione dell’assessorato alla cultura della Regione Abruzzo, della Provincia dell’Aquila e del Comune di Avezzano e con il patrocinio del Ministero Beni e Attività Culturali. Ci si attendeva qualcosa di unico, magico, e così in effetti è stato.
Ispirato dal suo ultimo lavoro discografico (leggi qui la nostra recensione), disco d’oro a pochi mesi dalla pubblicazione, nonché Targa Tenco per il miglior album del 2011, il live Marinai, Profeti e Sante Nicola ovvero Santo Nicola nella pancia della balena, è stato un viaggio letterario, musicale e fantastico verso il fuori misura, tra le pagine bibliche del Vecchio Testamento e quelle evocative del Moby Dick di Herman Melville, in compagnia dei mostri che popolano il mondo di sotto e delle creature del sogno che invece risiedono in ognuno di noi. Un cammino intimo, doloroso ed affascinante sul quale, costante, ha vegliato la benedizione del primo beato dispensatore di strenne, ben prima che il compito gli venisse scippato da Babbo Natale, quel Santo Nicola che a tutti ci pensa ma nessuno lo consola.
Accompagnato dalla consueta ciurma virtuosa ed affiatata (tra gli altri, il fido Alessandro Asso Stefana alle chitarre, banjo e armonio, Glauco Zuppiroli al contrabbasso, Vincenzo Vasi al theremin, campionature, marimba e glockenspiel) e preceduto dal Coro degli Apocrifi, il grande capitano Vinicio Capossela ha fatto la sua comparsa sul piccolo palco incastonato nel transetto della Cattedrale marsicana presentandosi al cospetto del Grande Leviatano introdotto dal suono funereo di un campanaccio. Successivamente, salendo letteralmente sul pulpito, padre Vinicio ha catapultato il numeroso pubblico assiepato nella navata centrale Dalla Parte Di Spessotto e di tutti quelli nati dalla parte di sotto, ricordando di predicare la verità in faccia all’amore.
Tra cappelli a cilindro e copricapo da marinai, giacche glitterate e dalle braccia tentacolari, l’Ulisse di Hannover ha dato vita alla abituale sarabanda di costumi e trasformismi, spesso sistemandosi dentro una piccola prua di un veliero fantasma posta opportunamente ai piedi del palco, dalla quale assistere allo spettacolo dei Fuochi Fatui oppure alle evoluzioni sentimentali del Polpo d’Amor, oppure ancora festeggiare con la sirena Pryntyl le dimissioni del re Nettuno.
Il finale della prima parte dello spettacolo ha preso corpo lentamente, in un crescendo di rara intensità, avviato con il dolcissimo minuetto de La Madonna Delle Conchiglie, sorretta dal suono cupo di veri conchiglioni soffiati da Mauro Ottolini, e proseguito sotto il segno de Le Pleiadi, con una miriade di stelline ad illuminare la volta della Cattedrale; per continuare con l’epica Nostos e la terrificante Santissima Dei Naufragati, con il coro solenne a mettere i brividi e Vinicio in ginocchio a baciare la terra; fino al delirio (dis)organizzato de L’Uomo Vivo e la pacificante e commovente Ovunque Proteggi a chiudere in un abbraccio di pace questa straordinaria messa cantata.
Il pubblico paludato delle prime file (riservate), non è sembrato particolarmente a proprio agio davanti a tanta intensità, annichilito dalla forza e dalla singolare visionarietà di un artista capace sempre di rinnovare se stesso brano dopo brano, disco dopo disco, anno dopo anno.
Il rientro sul palco dopo un brevissimo pit-stop è avvenuto sotto il segno colorato e musicale del Natale ormai alle porte, con una White Christmas versione Bad Santa, splendidamente e sguaiatamente rock e confezionata in una sgargiante giacca rossa di paillettes. Si è assistito anche alla consegna del premio allo stesso Capossela, resa (in)volontariamente comica sia dall’oggetto in sé (una pesantissima ed ingombrante scultura in pietra, da far fatica a tenere in mano) che dalla capacità del premiante di riuscire a sbagliare per ben due volte il cognome del premiato.
Il finale è stato tutto un alternarsi di colpi di scena e numeri da circo, con Santo Nicola materializzatosi sul palco nelle fattezze del Mago Wonder, una strepitosa italianizzazione del tradizionale Jingle Bells (Campanelle, Campanelle, suona belle belle…), un brano ispirato alla corsa degli asini (Arri Arri) ed un Ballo di San Vito meno infernale del solito, forse per rispetto del luogo sacro in cui ci si trovava. Oltre due ore e mezza di emozioni vere, viscerali, profonde, di cose enormi come la morte, l’anima, l’amore, la paura, Dio, God, tutt’quand…
Istrionico, camaleontico, popolare, autoriale, mai banale, dopo oltre vent’anni di (stra)ordinaria carriera Vinicio Capossela ha mantenuto intatta la grazia del proprio cuore proponendo ad ogni passaggio dischi e spettacoli pe(n)santi, coraggiosi e monumentali (anche nella durata), materiale sensibile da maneggiare con estrema cura, da regalarsi e regalare a chi si vuole bene come il più prezioso dei doni.
Track list:
Il Grande Leviatano, L’Oceano Oilalà, Dalla Parte Di Spessotto, Billy Budd, Lord Jim, La Bianchezza Della Balena, I Fuochi Fatui, Job, Goliath, Polpo d’Amor, Pryntyl, La Madonna Delle Conchiglie, Le Pleiadi, Dimmi Tiresia, Nostos, SS. Dei Naufragati, L’Uomo Vivo, L’Oceano Oilalà [reprise], Ovunque Proteggi
1st encore:
White Christmas, Santo Nicola E’ Arrivato In Città, Campanelle [Jingle Bells], Arri Arri, Il Ballo Di San Vito, Le Sirene, Non C’è Disaccordo Nel Cielo
Guarda la foto gallery del concerto (foto di Ivan Masciovecchio)
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