Villagers
Covo Club, Bologna 6 dicembre 2013
live report
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Il loro secondo album {Awayland} è stato decretato uno degli album migliori dell’anno dalla maggior parte della stampa specializzata italiana ed estera e anche sentendoli dal vivo gli irlandesi Villagers danno l’idea di essere un gruppo dal futuro davvero roseo.
La band di Conor O’Brien è tornata in Italia in questo inizio dicembre, con 3 date, di cui una al Covo Club di Bologna dove un pubblico non molto numeroso, ma molto caloroso, ha potuto godere di un ottimo live.
D’altronde i live del Covo sono ormai una garanzia di qualità e che la serata sarebbe stata molto emozionante, lo si è capito dall’opening act del talentuoso Marco Rossi in arte ED, modenese che ha presentato in versione solo-acoustic alcuni dei suoi brani indie/folk più riusciti, in attesa di sentire la nuova produzione sulla quale sta lavorando.
Senza farsi attendere troppo i Villagers sono saliti sul palco ammaliando i presenti già dalle prime note della bellissima My Lighthouse, traccia d’apertura del loro nuovo lavoro.
Dopo un passo indietro, nel 2010 ai tempi di Becoming A Jackal, col brano Set The Tigers Free, la band è tornata nel presente rapendo definitivamente tutti con Passing A Message e con quel piccolo capolavoro che è The Bell, emozionante a più non posso.
Alternando brani più datati come Home e The Pact a pezzi più nuovi come la gradevolissima Nothing Arrived, il live è filato liscio come l’olio fino ad un altro capolavoro tratto da {Awayland} intitolato The Waves che ha portato al giro di boa di un concerto che avrei voluto proseguisse all’infinito.
Successivamente, i brani che hanno calamitato maggiormente l’attenzione sono stati quelli più recenti, come ad esempio Earthly Pleasure, ma anche la chiusura solista con Memoir è stata degna di nota.
Dopo il brano sopracitato, la band ha raggiunto nuovamente sul palco O’Brien per un finale in crescendo emozionale con I Saw The Dead, Hot Scary Summer e Pieces.
Live di questo tipo riempiono il cuore di chi è malato di musica ma potrebbero portare anche tanti nuovi appassionati se solo certe band fossero più programmate negli airplay radiofonici. In questa maniera poche persone hanno la fortuna di deliziarsi di queste sonorità, molte di loro fra l’altro devono ringraziare locali come questo, che cercano di portare spettacoli di qualità senza preoccuparsi eccessivamente di folle oceaniche.
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