Viadellironia
Le Radici Sul Soffitto
(Hukapan)
rock d’autore, soul, funk, blues, cantautorale italiano, raggae
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Nel mondo simbolico dei sogni, sognare un soffitto riconduce ad un chiaro concetto di protezione nei nostri confronti, nel momento in cui sentiamo che le nostre sicurezze stanno venendo meno.
Le radici, invece, rappresentano il concetto di identità e si fanno metafora della forza della tradizione, aspetto identitario che la società contemporanea sta cercando di estirpare e recidere dal suo terreno, dal suo passato, dalla possibilità di rigenerarsi.
Questo è il tessuto tematico che riveste le dieci tracce inedite de Le Radici Sul Soffitto, il primo full-length della band bresciana tutta al femminile Viadellironia, edito per l’etichetta discografica Hukapan di Davide Luca Civaschi, in arte Cesareo (chitarrista degli Elio E Le Storie Tese) ed anticipato dall’uscita del video del brano Ho La Febbre, in collaborazione con Stefano Rampoldi in arte Edda (ex frontman dei Ritmo Tribale).
Le Viadellironia, collettivo composto da Maria Mirani (voce e chitarra), Giada Lembo (basso), Marialaura Savoldi (batteria) e Greta Frera (chitarra), forti di un affiatamento nato e cresciuto sui banchi di scuola e di un legame affettivo-geografico, dimostrano che è ancora possibile credere fortemente nel potere della musica e nella sua capacità di rendere la vita un laboratorio bidimensionale di esperienze, oltre le convenzioni rugginose della provincia e le costrizioni alienanti della metropoli.
Come la roccia povera si trasforma in marmo pregiato, così le quattro ragazze di Brescia riescono a plasmare dieci pregevoli tessere di un raffinato mosaico sonoro, teatrale, emotivo e già maturo alla sua prima uscita, attingendo da un serbatoio di venature letterarie e cinematografiche, fresche, versatili e ricercate.
Contestualizzando l’alterazione febbrile come malattia-metafora camusiana dell’attualità, l’aspetto strumentale de Le Radici Sul Soffitto si sviluppa mediante uno spartito rock elettrico d’autore accattivante, omogeneo e strimpellato alla Ivan Graziani, che trae ispirazione da alcune muse del manufatto cantautorale italiano quali Matia Bazar (ma senza la componente elettronica) Nada, Alberto Fortis e Max Gazzè.
A queste trame stilistiche di memoria popolare tricolore si vanno ad amalgamare sonorità dal respiro internazionale, con echi e richiami che vanno dall’estetica emozionale del groove-soul funkeggiante al blues garage a tinte dark di stampo sessantiano, dalle sfumature reggae (Architetto) alle melodie di derivazione balcanica.
Attraverso una potenza espressiva e surreale, ed una visione testuale disillusa, ironica, crepuscolare, malinconica e fluttuante, le Viadellironia analizzano lo sconforto, la disperazione e la decadenza etica della società contemporanea, sempre più globalizzata, individualista e persa nella fugacità del piacere materiale come mezzo per allontanare il dolore della realtà.
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