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Vanity: Under Black Ice

Vanity: non sono wave, non sono metal, non sono indie, eppure sono tutte queste cose insieme


VanityParlare di una band come Vanity non è facile; un nome che suggerisce una certa predilezione per la forma più che per la sostanza, provenienza dei componenti quanto mai varia e sound , di grande immediatezza e impatto, ma sfuggente e di difficile catalogazione.

N,il cantante, originario di Gaza (Palestina), trapiantato in Italia, subisce da sempre il fascino di tutto ciò che è oscuro, l’esoterismo ed una certa cultura europea; F il basso, svizzero, è severo ed austero, il suo sound riflette il suo modo di essere; P e T chitarra e batteria, vivono da tempo lontani dagli abbagli della modernità in una piccola comune sulle colline toscane.

Succede tutto in un lampo, si conoscono per caso, c’è empatia, in poco tempo viene tutto da sè, con naturalezza.

Il disco viene registrato in completo isolamento tra dicembre 2011 e febbraio 2012 con la produzione di Lorenzo Montanà (Tying Tiffany, Simona Gretchen).

Ci troviamo in ambito rock; rock ibrido quello di Vanity, classico (prediligono la forma canzone), con un gusto retrò ma al contempo post-moderno: non sono wave, non sono metal, non sono indie, eppure sono tutte queste cose insieme.

Nei loro pezzi, infatti, riecheggiano Gothic Rock, Post-Punk, Doom, Black Metal ed Elettronica;non si tratta di un pastiche informe di sonorità ma, piuttosto, del processo di elaborazione di questi generi in un paradigma originale attraverso lo stile, l’immaginario e la sensibilità della band.

La voce, i cori d’oltretomba, le chitarre a volte distanti e soffocate a volte sfacciate, sono gli elementi distintivi che connotano il sound di Vanity.

Pervasa da un romanticismo spietato, da melodie esasperate, da una melodrammaticità cruda e oscura , c’è qualcosa nella musica di Vanity che respinge o attrae: istintivamente, senza compromessi, Vanity è uno di quei gruppi che spingono l’ascoltatore ad un amore/odio che, facilmente, si catalizza intorno ad uno dei due estremi.Vanity interpreta la classica dicotomia tra forma e sostanza, sempre in bilico tra grazia e sciagura.

Il disco ed i testi nascono da un romanzo mai pubblicato di N, “Occult You”, che diventerà il titolo dell’album.Una tragedia privata e drammatica in cui si fondono amore (tema centrale dell’album) ma anche solitudine, angoscia, ineluttabilità del fato, incomunicabilità.Al centro dell’opera un eroe in guerra, un guerriero ossianico, che si batte malinconico contro il nulla tra paesaggi sepolcrali, per se stesso e per l’amore perduto.

Il primo video estratto da Occult You è Under Black Ice una riscrittura gotica del mito di Narciso.

 

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