unòrsominòre.
Una valle che brucia / Analisi logica EP
(diNotte Records)
canzone d’autore
______________________
Si scrive proprio così, con tanto di accenti e di punto finale. unòrsominòre., al secolo Emiliano Merlin, non è originale solo nel nome. È senza dubbio un musicista sui generis, completamente avulso dal music business e dalla sue leggi. Tanto da pubblicare in contemporanea un album e un EP, scaricabili a offerta libera. Un artista spinto dall’urgenza di fare musica, anzi di dire qualcosa, qualcosa che non trova nell’effimera e inconcludente scena “indie” italiana e che non teme di risultare pesante o di andare contro corrente.
Domanda ovvia: perché pubblicare due opere distinte, invece di accorpare tutto in un unico – magari doppio – disco? Semplicemente perché le varie tracce sono nate come due insiemi che, per tematiche e sonorità, non potevano stare in una stessa release. Ma sono due facce di una stessa medaglia, ed è così che vanno presentate. Insieme.
Partiamo dall’album. Una valle che brucia si discosta dai lavori precedenti di unòrsominòre. per gli argomenti affrontati, di più ampio respiro e meno focalizzati sull’attualità italiana e le sonorità, meno incentrate sulle chitarre e più fredde, minimaliste, ridotte all’osso. L’attenzione è di nuovo tutta sulla parola e sul suo significato; i testi sono scomodi, crudi, urlati in faccia senza mezzi termini, non curante del clamore che può suscitare ma intenzionato a offrire all’ascoltatore uno spunto di riflessione. Un cantautorato impegnato, ricco di riferimenti storici e letterari, che si muove lungo i confini dello spazio e del tempo creando parallelismi tra condizioni passate e future che ciclicamente si ripresentano a noi, cogliendoci ogni volta impreparati.
Il sound sordo e freddo del brano di apertura (Il demone meridiano) è a tutti gli effetti un’introduzione al disco e al suo mood. Si passa dalla riflessione sullo stato delle cose e sul tempo che passa a una preghiera laica che rimanda a un concetto di dio interiore molto più terreno (Hubris, o Preghiera del senza dio), per approdare al tema della guerra, sviscerato da diverse angolazioni: quella di un uomo che immola la sua vita per una causa perché è l’unica cosa che abbia un senso fare (Canzone del Partigiano Giovanni) e di un altro che rifiuta di seguire gli ordini e uccide il proprio colonnello per morire per mano del “male minore” (Uomini contro; da sottolineare come in entrambi i brani la musica accompagni la storia creando atmosfere e ambientazioni). Per affrontare infine il tema del sacrificio, quello di uomini e donne che hanno dato la loro vita o hanno subito torture per qualcosa di più grande (Canzone di Alekos) o per una speranza di vita migliore (18 aprile), persino quello degli animali, che condividono un destino di crudeltà e indifferenza (Mattatoio). Un argomento questo, praticamente mai trattato finora in ambito musicale, che sta particolarmente a cuore a Emiliano, animalista e vegano convinto.
Fare meno/fare meglio è l’ideale trait d’union tra le due release. Questo pezzo rock con basso distorto e batteria pestata avrebbe potuto trovare posto in Analisi logica, con la quale condivide suoni e contenuti. O tempora è un mix di riferimenti al sociale, un brano semplice, nel quale la nostra società attuale viene messa a nudo e passata sotto la lente di ingrandimento per ricordare a tutti i suoi mille difetti e le sue molteplici contraddizioni. Epater le bourgeois elenca esempi di atti di ribellione, e lo fa a tempo di rock come un moderno strillone. Chiude l’EP una versione rimasterizzata di Pezzali, già uscita in una compilation e super cliccata su youtube, ma che ancora non aveva trovato collocazione ufficiale su disco.
Sono davvero tante le cose da dire su unòrsominòre. e non solo per la quantità di materiale prodotto e la modalità di pubblicazione. La cura per l’artwork e la ricerca di un fil rouge anche nelle immagini da inserire nel booklet raramente si accompagnano a produzioni non esattamente mainstream. Ma è il caso di lasciare che a parlare siano le parole di questo artista, affinché si compia la sua missione salvifica e ci faccia finalmente uscire dal pressapochismo a cui ci sta lentamente abituando quella che in tanti amano considerare la “scena indipendente italiana”, ma che di indipendente ormai non conserva che il nome.
Gli ultimi articoli di Simona Fusetta
- Coldplay: recensione di Moon Music - November 21st, 2024
- Malice K: recensione di Avanti - November 11th, 2024
- Fantastic Negrito: Son Of A Broken Man - November 6th, 2024
- The Armoires: recensione di Octoberland - October 11th, 2024
- The Loyal Cheaters: recensione di And All Hell Broke Loose - September 6th, 2024