Tre Allegri Ragazzi Morti e Uochi Toki
Colle Val d’Elsa (SI), Sonar, 4 dicembre 2010
live report
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Credo di essere una persona corretta e coerente. Così appena mi si è presentata l’occasione di andare a sentire e vedere gli Uochi Toki dal vivo, mi sono subito precipitato. L’occasione era ulteriormente ghiotta perchè i due ragazzi si sono presentati come gruppo spalla dei compagni di etichetta La Tempesta, i Tre Allegri Ragazzi Morti.
Per chi ha la pazienza di leggere le mie recensioni, sa che non ho avuto un giudizio entusiasta dell’ultimo lavoro dei Uochi Toki, mostrando una certa perplessità soprattutto da un punto di vista musicale, più che sui testi e sul cantato/recitato, che ritengo molto interessanti. Così ho scoperto, dal vivo, qual è l’elemento mancante nel disco, qual è l’ingrediente della ricetta che, a mio avviso, è stato scarso durante l’ascolto casalingo del disco: io non ho un impianto audio paragonabile a quello del Sonar.
Il volume, è la potenza d’uscita che dà un enorme valore aggiunto alle canzoni e soprattutto alla musica degli Uochi Toki. Tornato a casa ho provato a mettere a manetta permettendomi artifici spontanei, ma non è la stessa cosa. Non ci posso fare niente. Il mio giudizio sul disco non può mutare, ma quello sull’ascolto live è decisamente superiore, almeno una stella e mezza da aggiungere alla versione su disco. Il pubblico è diviso tra gli entusiasti e i critici, con la maggioranza dei primi, ma la rumorosità antipatica dei secondi.
Pochi minuti per il cambio palco. I tre ragazzi salgono sul palco accompagnati da un topo, meglio, una testa di topo, alla seconda chitarra, avvolti da luce blu e nebbia. La prima parte della loro esibizione è dedicata alla loro ultima uscita Primitivi del Futuro dove trova posto anche un inserimento di Mai come voi. Non è un concerto, è un rituale, dove reggae e rock’n’roll sono la musica celebrante e nonostante Il mondo prima sia uno dei punti più amati e cantati dal pubblico, la Seconda Rivoluzione Sessuale non trova molto posto in scaletta. Ho sempre pensato ai Gorillaz come la versione inglese dei TARM. Solo con un po’ più mezzi a disposizione.
Il concerto è bello, compatto, completo, molto più proiettato al remoto che al prossimo, ad esclusione, come dicevo prima, del penultimo album, poco rappresentato. Chi mi sa dare una ragione, prego me lo faccia sapere.
Ogni cosa è rituale, la sequenza, le parole, le maschere del gruppo e quelle del pubblico, per concludersi tutti smascherati ed obbedienti al richiamo di Davide, che non soddisfatto della risposta, continua a negare il bis, fintanto che il noto Vaffanculo non è sufficientemente corposo e liberatorio. Se vi capita di potere andare a vederli, non perdete l’occasione.
Guarda la nostra foto gallery del concerto.
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