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Tortoise: Beacons of Ancestorship

Gli architetti del post-rock con Beacons of Ancestorship costruiscono una struttura sonora degna degli ottimi esordi

Tortoise

Beacons of Ancestorship

(CD, Thrill Jockey)

post-rock

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tortoiseI Tortoise sono state una delle band più importanti degli anni ’90, rimodellando e creando una nuova via del già avviato post-rock in un ensemble di vari stili che uniscono rock, jazz, psichedelica ed elettronica. Dopo un avvio strepitoso con due dischi memorabili (Millions Now Living Will Never Die del 1996 e TNT due anni dopo), negli anni 2000 da Standards (2001) in poi hanno un po’ perso quell’ispirazione, poche emozioni e fredde esecuzioni.

Beacons of Ancestorship si rivela invece essere un disco denso di sensazioni e creatività, pieno di architetture sonore distorte e sghembe, come fa intendere la meravigliosa copertina del disco. La formazione è rimasta invariata, con John McIntire, un grandissimo talento che fa ancora da padrone, dettando con la sua batteria i ritmi, plasmandoli a suo piacimento.

E’ il loro disco migliore di questo decennio e migliora decisamente ogni ascolto in più. Prepare your coffin è una gradevola cavalcata rock, ottimo singolo di lancio. Gigantes è ossessiva, quasi ipnotica, divisa in due parti con un finale sintetico mozzafiato, mentre Penumbra è elettronica sincope che forse solo la mente dei Kraftwerk oltre loro può concepire. Già dal titolo Yinxianghechengqi è il pezzo più bizzarro del disco, un incedere vorticoso di ritmo e psichedelica. The Fall of Seven Diamonds Plus One sembra scritta da Ennio Morricone, una bella ballad.

Davvero un buon disco, che fa rientrare i Tortoise in carreggiata di sorpasso, dopo che hanno sostato per un po’ nell’area di parcheggio. Consigliato a tutti quegli ascoltatori che hanno bisogno di aria nuova ed anche a chi non ha mai ascoltato prima d’ora la band.

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