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Tiziano Popoli: recensione di Selinute

Selinute è il nuovo progetto audiovisivo del compositore e performer emiliano Tiziano Popoli: un album che nasce dall'incontro tra musica e arti grafiche, nella corrispondenza ritmica tra folk etnico mediorientale e pennellate cinematiche, tra dream-blues desertico e percussionismo tribale.

Tiziano Popoli

Selinute

(Archeological Records)

desert blues, sonorizzazioni cinematiche, dream-blues, elettronica, lounge

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Dopo una gestazione lunga cinque anni, il compositore e performer emiliano Tiziano Popoli manda alle stampe il suo ambizioso progetto intitolato Selinute, edito per la Archeological Records di Giulio Di Mauro, in collaborazione con l’artista e disegnatore Roberto Baldazzini, il bluesman Paolo Venturi, colonna portante della scena blues italiana, e Paolo Modugno alle percussioni.

Selinute è un album che nasce dall’incontro tra musica e arti grafiche, articolato in quattro brani completamente strumentali (Entrata, Prima Danza, Seconda Danza, Trionfo) e registrati in presa diretta: la sensazione è quella di trovarsi al cospetto di un unico piano sequenza che racchiude quattro atti di una rappresentazione teatrale, oppure quattro fasi di un antico rituale cucite insieme dal filo della storia.

Il concept del disco incarna l’idea di divinità secondo la visione di Roberto Baldazzini, dove le maschere (quella raffigurata nell’artwork di copertina e le altre all’interno del booklet) stanno a simboleggiare forme primordiali di comunicazione e tramite emozionale, mettendo in risalto sia la valenza sacrale di certe immagini, nella simbiosi introspettiva tra luci e ombre, tra il bianco e il nero, tra memoria e identità, sia l’importanza iconografica legata a un oggetto, un manufatto, un feticcio dal fascino ultraterreno.

Interpreti e testimoni di un sound itinerante, evocativo, sciamanico e in continua trasformazione, Tiziano Popoli e sodali ci accompagnano nei territori più trasversali e sotterranei dell’arte contemporanea, nell’anima cosmopolita di un viaggio dello spirito attraverso la materia, nel contatto onirico tra il richiamo della terra e la nostra voce interiore, nell’estasi inebriante di ipnotiche danze maghrebine dagli intensi riflessi lounge, dove cicalii e ronzii di elettronica ambient si liberano nell’aria come polline di fine maggio.

Così, con accurata eleganza esecutiva nell’uso di registri eterogenei, Selinute si traduce in una suggestiva esperienza audiovisiva e sperimentale in grado di esaltare tutto ciò che è altrove e ricerca, quale combinazione narrativa e armonica tra folk etnico mediorientale e pennellate cinematiche, nella corrispondenza ritmica tra il malinconico dream-blues desertico di Venturi e il percussionismo tribale di Paolo Modugno.

Secondo Khalil Gibran, l’uomo è il fiume che si getta nell’oceano accogliendo e affrontando ciò che accade, prendendo atto che non sarà più ciò che era prima, ma sarà altro e parte di qualcosa di nuovo. Allo stesso modo, Tiziano Popoli si tuffa nel vasto e fertile oceano delle connessioni, immergendosi negli echi e nei riverberi del passato per riemergere sulla superficie del presente con rinnovata consapevolezza.

 

facebook/tizianopopolimusic

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