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These Are Powers: All Aboard Future

Contaminazioni elettroindustriali da Brooklyn. Che meritano di essere ascoltate

These Are Powers

All Aboard Future

(Cd, Dead Oceans)

elettronica, experimental

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these-are-powers-all-aboard-futureLoro si definiscono ghost-punk. Simpatico e onesto gioco di parole, ché di debiti col post-punk i These Are Powers ne hanno, ma in un contesto assai più ostico e contemporaneo.

Un album eccessivo, questo All Aboard Future, che si nutre di elettronica, samples, drum-machine e d’ogni altra sorta di diavoleria digitale.

Un sound mutevole che spazia dall’industrial più torvo à la Throbbing Gristle (Light After Sound) fino a ritmi quasi trip-hop (come nel rimando ai Portishead più sperimentali di Glass Blocks).

Non ci sono concessioni alla melodia, nella maggior parte dei brani, ma quando il trio statunitense decide di dedicarsi ad atmosfere più ariose mostra un gusto fuori dal comune: esemplari le sovrapposizioni vocali della morbida Sand Tassels.

È un continuo saliscendi emotivo: si passa dall’apogeo di basse frequenze di Life Of Birds all’ipnosi lisergica di Parallel Shores, dalla sgraziata cantilena dal sapore punk di Adam’s Turtle agli scratch sintetici conditi da urla isteriche di Blue Healer.

Il tutto screziato dalle stilettate di chitarre d’estrazione squisitamente wave e dai vocalizzi ora tribali, ora “pornotossici” (se mi passate il termine).

Non è un disco per tutte le orecchie, certo. Ma, almeno, non è un disco per le solite orecchie.

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