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The Yets: recensione di Pinup Girl

Il duo alt rock The Yets invita gli ascoltatori in un viaggio sonoro dalla gioventù all’età adulta, alla ricerca di un senso di inclusione e comunione con il mondo.

The Yets

Pinup Girl

alt rock

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I The Yets sono un duo originario della Carolina del Sud composto dal chitarrista-produttore Craig Anderson Snook e dalla vocalist Robin Wilson, che ha messo nero su bianco anni di esperienze e di evoluzioni artistiche per realizzare Pinup Girl, un album di debutto potente e distintivo.

Pinup Girl è un mix di rock classico e moderno, che riesce a ritagliarsi la sua fetta di mercato senza suonare troppo vintage. La chitarra di Snook si mette di volta in volta al servizio della voce ricca di Robin, capace di regalare a ogni brano una sfumatura diversa, espressione di un’emozione profonda e facilmente condivisibile.

Questo lavoro è un viaggio sonoro all’interno di ognuno di noi, che passiamo dalla spensierata età fanciulla a quella adulta, ripercorrendo la nostra vita lungo il percorso e rivalutando le relazioni che va via abbiamo costruito, da quelle con gli altri, siano esse di natura amorosa o di amicizia, a quelle con il mondo che ci circonda. Traccia dopo traccia, i the Yets cercano di lasciare andare il passato per abbracciare la pace, frutto di un’introspezione che sa di guerra intestina, ma che è destinata a culminare in un finale fatto di libertà e di connessione a livello umano e naturale.

Un’attenzione speciale viene quindi riservata alle persone e all’ambiente circostante, alla ricerca di un concetto di inclusione più ampio possibile grazie alla musica e alle canzoni che, pur raccontando la storia di chi le ha scritte, nel momento in cui vengono pubbliche diventano un po’ di tutti noi. Il messaggio che ci lasciano Snook e Robin al termine di questo album è di speranza: che la nostalgia e i rimpianti si trasformino in uno strumento per evocare quei sentimenti di gioia e amore profondamente radicati in ognuno di noi, che in fondo siamo uniti da un senso di predestinazione che pervade tutto, anche la musica.

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Simona Fusetta
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