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The Speed of Sound: recensione di Museum of Tomorrow

I The Speed Of Sound con Museum Of Tomorrow ci fanno fare un tuffo nell'Inghilterra di 30 anni fa, lontanissima da quello che arriva d'oggi dalla Terra d'Albione.

The Speed Of Sound

Museum Of Tomorrow

(Big Stir Records)

indie-rock

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The Speed Of Sound - Museum Of Tomorrow-recensioneLa nostalgia è sempre una componente forte per le band che hanno una carriera ultra ventennale. Il rischio di rimanere intrappolati, anche inconsciamente, in certe sonorità con cui si è cresciuti rimane elevato per chiunque suoni da tantissimo tempo e in questo tipo di calderone rientrano sicuramente i veterani di Manchester, al secolo i The Speed Of Sound.

Gli inglesi, con il loro ultimo Museum Of Tomorrow, riportano le lancette indietro di oltre un trentennio e danno un’idea di quello che era la loro città all’epoca e quella famosa scena con questo “nuovo/vecchio” lavoro. Le tredici canzoni presenti su questo album sono un compendio di quello che era l’Inghilterra di quegli anni, con le chitarre mai troppo presenti e le melodie sempre cadenzate e tracciate sulla voce di Ann-Marie Crowley.

In certi casi pare di riascoltare una versione più arcaica e meno potente degli Elastica, in altri momenti ricompaiono alla mente le atmosfere decadenti e malinconiche dei Lush, senza dimenticare lo spirito degli Stone Roses che aleggia sempre in circostanze nostalgiche come queste.

È davvero bello fare un viaggio indietro nel tempo, perché i brani sono la migliore rappresentazione di una Inghilterra che sembra così lontana da quello che attualmente propone.

Trovare una canzone migliore rispetto a un’altra non è proprio cosa facile. La cosa migliore è quella di prendere i nostalgici dell’epoca, avvicinarli ai The Speed Of Sound e chiedere cosa ne pensano.

Imitazione, esercizio di stile, vera spontaneità, qualità, mancanza di idee innovative? A tutto questo non è facile rispondere, o meglio si potrebbe dire che ogni cosa potrebbe rientrare in Museum Of Tomorrow.

https://www.facebook.com/TheSpeedOfSoundUK/

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Francesco Brunale
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