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The Rasmus: recensione cd omonimo

Tornano dopo ben 4 anni quelli di In The Shadows, con una prova che nulla aggiunge alla sostanza del gruppo. Anzi al contrario

The Rasmus

s/t

(Cd, Universal Music)

alternative rock

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the-rasmusI The Rasmus, ovvero la dimostrazione di come una carriera musicale può essere cambiata azzeccando anche solo un singolo: correva l’anno 2003, quando la loro celebre In The Shadows veniva trasmessa a ripetizione nelle radio di mezza europa e nei programmi musicali televisivi. Un vero tormentone. E come tutti tormentoni che si rispettino, era semplicemente una canzone banale con un ritornello che entrava in testa fin da subito. Poco importa se questo immediato successo è arrivato dopo ben 4 album: i The Rasmus erano dei perfetti sconosciuti in Europa fino a Dead Letters, che conteneva appunto quel tormentone. Quell’album contò 8 dischi d’oro e 6 di platino: un vero successo. Dopo la sbornia di Dead Letters, i The Rasmus pubblicano altri 2 album, che ovviamente non riscuotono successo, tranne che in Finlandia (loro patria).

Nel 2012 ora la band esce con questo album omonimo. 10 tracce del loro solito alternative rock. Alternative rock nella forma, ma non nella sostanza: quella è pop.

In poco più di 40 minuti, canzone dopo canzone, i The Rasmus danno sfoggio del loro rock (pop) da classifica. L’album si potrebbe riassumere con una canzone qualunque dell’album: il suono dal 2003 al 2012 non si è mosso di una virgola. Altro punto negativo è che davvero manca anche una canzone all’altezza di In The Shadows: I’m a Mess (il primo singolo) è uno strano intruglio dance-pop-alternative rock, qualcosa come gli ultimi singoli dei Linkin Park.

Diciamoci la verità: il gruppo finlandese è effettivamente una boy-band mascherata da alternative-band. Questo The Rasmus sancisce definitivamente la loro pochezza musicale (se ancora qualcuno ne dubitava). Il loro ritorno sulle scene sarà gradito solo ad un pubblico di adolescenti in cerca dell’ennesimo tormentone estivo.

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