The Primates
DemotApes
(Cd, Autoproduzione)
indie rock
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I Primates si presentano al panorama musicale italiano con questo loro primo Ep dal simpatico titolo DemotApes, un prodotto fresco ed innovativo che dovrebbe mostrare al pubblico ascoltante una nuova realtà all’interno della fervente scena rock del bel paese. Tuttavia, il rock istintivo di questo primo lavoro non è altro che un’accozzaglia di riff poco originali, con delle tendenze fortemente indie e vagamente alternative, poco convincente nel suo complesso.
È pressoché impossibile che un Ep, data la sua durata breve, possa annoiare chi lo ascolta. Eppure i Primates con DemotApes rischiano di raggiungere questo traguardo certo non lusinghiero. Delle cinque tracce offerteci, infatti, pochi sono i pregi da poter sottolineare, così come evidentissimi sono i difetti da dover assolutamente correggere.
Innanzitutto la mancanza di varietà nello stile, sempre molto lineare per tutti i brani, sempre vicino a quel difetto tanto temuto che lascia una canzone nella propria anonimia: l’indifferenza. Se dopo uno, due o tre ascolti, infatti, un brano non riesce proprio ad entrarti in testa o a mostrarti qualche segno apprezzabile, o a regalarti qualche emozione inaspettata, allora l’obiettivo artistico vuol dire che l’obiettivo artistico è miseramente fallito.
Anche dal punto di vista tecnico i quattro ragazzi (Riccardo “Gila” Gilardetti – voce, chitarra; Luca Agnellini – chitarra, cori; Michael “Mika” Bertona – basso, cori; Giulio Rocchetti – batteria) non impressionano e non danno molti spunti per poter essere giudicati. Si nota, volendo, solo un buon lavoro della parte ritmica, in particolar modo del batterista, purtroppo supportante delle melodie acerbissime.
Come acerbo appare il cantato, per niente convincente dal punto di vista dell’interpretazione, e non supportato da liriche adatte. Seppure non banali, infatti, esse non inducono l’ascoltatore ad alcuna riflessione, non lasciano trasparire alcun messaggio, non si fregiano di un qualche abbellimento poetico.
In tutto ciò, qualcosa da salvare c’è all’interno di DemotApes. La quinta ed ultima track Alter Ego appare infatti molto accattivante, non un capolavoro, ma comunque un brano capace di offrire qualcosa all’ascoltatore. Sarà un caso, ma in questo brano (l’unico in italiano) il lavoro del gruppo nel suo insieme appare decisamente più equilibrato, con una buona parte ritmica finalmente a supporto di una melodia che riesce a catturare l’attenzione, aiutata da un’interpretazione canora degna di tal nome.
Un brano su cinque sufficiente è un po’ pochino. Ma non si può richiedere subito ad una band esordiente quella maturità e quella malizia che servono per poter elaborare la propria creatività nel modo più giusto ed adeguato, al fine di poter farla risultare fruibile anche ad un pubblico dal palato più raffinato. Diamo dunque tempo ai Primates di correggere il tiro. Il terreno non è sterile.
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