The Pineapple Thief
Someone Here is Missing
(Cd, Kscope)
progressive, indie rock
[starreview tpl=16]
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La copertina dell’album mostra un uomo ricoperto di Post-It che osserva fuori dalla finestra con le braccia incrociate. I Pineapple Thief sono attivi dal 1999 e pubblicano il loro ottavo disco in studio con un sound moderno composto da chitarre elettriche e campionamenti elettronici, realizzato agli Storm Studios dove già in passato furono realizzati album per artisti del calibro di Pink Floyd, Led Zeppelin e Peter Gabriel.
I nove brani di Someone Here is Missing vengono sagomati su un indie rock dalle tinte malinconiche e oniriche di un pesante impatto emotivo, in una tela di arie decadenti e liriche interiori scolpite negli arrangiamenti fervidi e contorti, tra ritmi rallentati delle litanie sonore e le stoccate rock industrial presenti ad esempio in 3000 Days, che già dal titolo sembra simulare i Tool.
I frammenti campionati presenti nel disco non mi hanno convinto apertamente, preferendo il suono puro che esce da una chitarra piuttosto a certi innesti utilizzati per rendere artificiosa una canzone che starebbe bene anche senza elettronica, ma senza di essa alcune canzoni come l’opener Nothing at Best si trasformerebbero in noiosi pezzi acustici o con schitarrate burrascose senza molto da dire.
Dolcezza piano/chitarra acustica in Barely Breathing, ma le chitarre fanno molta scena in The State We’re In stile Coldplay, mentre sembra che l’ombra dei Muse faccia spesso presenza in Preparation For Meltdown e nella conclusiva So We Row, con le tipiche melodie inquiete nei lentoni drammatici che culminano in assordanti boati di chitarre incollerite.
Le finalità compositive della band mettono in mostra un affascinante gioco di luci ed ombre armoniose, coadiuvate da un registro timbrico freddo e controllato in un’opera dotata di una profonda maturità stilistica nel loro post rock d’avanguardia.
sito web: www.pineapplethief.com
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