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The Orange Man Theory: Satan Told Me I’m Right

E' una scossa elettrica quella che arriva dai romanissimi "The Orange Man Theory", perchè anche in Italia queste cose le sappiamo fare bene.

The Orange Man Theory

Satan Told Me I’m Right

(Cd, Subsound Records)

hardcore

_______________

the-orange-man-theorySecondo album per la band romana, che arriva come un pugno in faccia per risvegliare tutti quelli che si fossero sopiti nell’attesa di questa nuova release. Sarà perché hanno la fortuna di avvalersi, anche in questo caso, della produzione di Steve Austin (Today is the Day) ma l’impatto che si ha con le undici tracce che compongono questo lavoro è davvero forte.

Forte ed inaspettato fin dalla prima canzone: Straight to extintion si apre con le parole di Bill Hicks seguite immediatamente dai riff impazziti di Gabbo e dalla voce graffiante di Gianni, che da il meglio di sé quando non è troppo impegnata a fargli esplodere le corde vocali.

E’ un metalcore particolare, direi indipendente da quello che ci si può aspettare da questo genere. Sarà, forse, perché le influenze che percorrono quest’album sono molte. Infatti non si possono non apprezzare le venature death-core, hard rock (come in Savage but focused) che lasciano la testa svuotata, ma anche sludge e groove. Un bel mix insomma. Un intreccio di sonorità che potrebbe portare ad avvicinarsi a questo genere anche chi ha orecchie delicate e non ama sentire un cantante sgolarsi dall’inizio alla fine del disco.

Ovviamente la schiera di fans che si erano conquistati con il precedente Riding a cannibal horse from here to Clinton di tre anni fa non sarà per niente delusa da questo nuovo sforzo artistico, anzi.

Ma è proprio a causa delle elevate potenzialità di questo gruppo che credo nel fatto che un piccolo sforzo in più avrebbero potuto anche compierlo, giusto per far diventare totale il salto di qualità rispetto al primo lavoro caratterizzato da un hardcore più “puro” e, forse, più anonimo rispetto a quello di questo nuovo album. Comunque confidiamo nel il futuro e non disperiamo.

In ogni caso si tratta di un long-playing che vale la pena di essere ascoltato.

Una gran bella soddisfazione per il nostro amato Bel Paese, che riesce a sfornare un successo anche in questo ambito, cosa inusuale dati i gusti musicali della maggior parte del pubblico nostrano che, con difficoltà, si avvicina a questo tipo di musica.

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