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The Manifesto: recensione di Season Of Miranda

Season Of Miranda è il nuovo lavoro del trio ravennate The Manifesto, che si dimena tra atmosfere buie, quasi da new wave.

The Manifesto

Season Of Miranda

rock, wave

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I The Manifesto sono un trio proveniente da Ravenna che strizza l’occhio ad un certo rock britannico che tanto andava negli anni Ottanta. La loro musica, interessante e godibile perché piena di canzoni melodiche e addomesticabili, è una specie di viaggio verso il passato come dimostra l’iniziale Miranda nella quale si ritrovano certe atmosfere tipiche degli U2 di October e Boy, grazie soprattutto al suono di chitarra molto simile a quello usato da The Edge.

Le atmosfere buie, quasi da new wave, vengono fuori con prepotenza con la successiva An Illusion For You in cui si nota un certo gusto per degli arrangiamenti ricercati e mai banali, soprattutto quando il brano si incattivisce e i cori riescono ad essere ammiccanti come non mai.

In Silver Sand c’è un maggiore minimalismo che, però, non inficia sul buon risultato finale di una canzone che ha bisogno di svariati ascolti per entrare nella testa.

Un momento di intimismo, secondo quelli che sono i canoni musicali del gruppo, viene fuori con la cadenzata The Egyptian, mentre in TV Dead Man i tre ritornano a pestare duramente dilatando il suono delle chitarre sino all’inverosimile.

In questo caso le melodie trasversali fanno tutto l’effetto del mondo e il cantato  ricorda (questo è un azzardo) quello del mitico Phill Mogg degli Ufo. Nel finale tutto si mantiene su livelli di grande qualità.

I sette minuti di Klub99 sono un viaggio nella psichedelia di ultima generazione, a differenza di Whisper & Lands che, probabilmente, è l’episodio più “radio oriented” del lotto.

Chiude l’album Superstar che è una sorta di rivisitazione del blues fatta nel 2023. Alla fine non si possono che fare i complimenti ai The Manifesto per aver confezionato un prodotto di qualità.

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Francesco Brunale
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