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The Legendary Pink Dots: Chemical Playschool 15

il viaggio spirituale e disturbato dei Legendary Pink Dots si inoltra nei meandri più angoscianti dell'elettronica, con un finale tanto enigmatico quanto sconvolgente

The Legendary Pink Dots

Chemical Playschool 15

(Cd, Rustblade)

electronic, experimental rock, psychedelic

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The Legendary Pink Dots: Chemical Playschool 15I Legendary Pink Dots, anglo tedeschi, sono una di quelle band camaleontiche che sono sopravvissute al tempo, avendo spaziato e mescolato tra di loro più generi. Attivi fin dai primi anni ‘80 hanno rilasciato una grandissima quantità di album (una quarantina tra ufficiali e non).

Edward Ka-Spel è la mente di questo gruppo londinese con base ad Amsterdam. I loro ultimo Chemical Playschool 15 è uscito per l’etichetta italiana Rustblade, con la quale avevano firmato il contratto appena qualche mese prima.

Chemical Playschool in generale è il titolo di una serie di lavori (arrivati appunto al quindicesimo “volume”) che parte già dal lontano 1981. I primi volumi, come Chemical Playschool 1&2 e Chemical Playschool 3&4, furono persino pubblicati solo su cassette, e solo successivamente masterizzati su Cd. Queste raccolte sono composte da materiale inedito. La quindicesima edizione è quella che contiene meno pezzi (cinque), per quasi un’ora di elettronica, claustrofobia e mistero.

Il viaggio verso l’ignoto si apre con i percorsi placidi di Immaculate Conception, un krautrock con inserti elettronici, influenzato da band tedesche come Faust, Neu e Kraftwerk. Tra rumori vari la voce piuttosto che cantare narra, e non si lascia turbare dai vari squilibri: piuttosto sembra sprofondare sempre di più in un sonno profondo, in contatto diretto con il proprio inconscio.

Si prosegue con i venti minuti di Sparks Fly/Museum: l’electro-ambient torbido e relativamente quieto incrocia ben presto i sentieri opprimenti e claustrofobici dell’industrial ambient dei Throbbing Gristle. E’ questo il punto di partenza dell’incubo di Chemical Playschool 15.

La voce continua a narrare in The Opium Den Parts 1-3: insieme al dulcimer si crea un’atmosfera carica di mistero, ambientata in luoghi desolati, inospitali. Il pathos è al culmine: verso al fine la voce si fa sussurrata ed agghiacciante.

Ranting And Raving inizia tribale; il ritmo si fa poi elettronico ed opprimente, in odore Suicide. La voce demoniaca declama su rumori elettronici e concreti. La parte conclusiva richiama l’incipit tribale.

La traccia finale è Immaculate Conclusion, una soffice trance per voci dilatate, segnali radio, rumori naturali, con un pianoforte ansiogeno.

Chemical Playschool 15 è un disco avvincente e psicologico: un lavoro dalle tante chiavi di lettura. L’album può essere inteso come un viaggio nell’inferno dantesco, un viaggio nell’inconscio tra paure e inquietudini, un viaggio cosmico verso mondi lontani e misteriosi, un sogno che si trasforma in un incubo.

Il cammino di Edward Ka-Spel è comunque tortuoso, disturbato, e non ha una fine precisa (o meglio non ce l’ha proprio): l’esploratore protagonista non è ancora tornato “sano” dal suo percorso spirituale, e forse non riuscirà mai a diventarlo. L’ultima traccia dimostra che il pellegrino è ancora profondamente turbato da quanto visto e udito. Questo viaggio forse non avrà mai una fine.

 

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