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The Kooks: recensione di 10 Tracks To Echo In The Dark

Tornano i The Kooks con un album che potrebbe piacere molto ai fans dei Foals, ma decisamente meno a quelli dei Kooks degli esordi.

The Kooks

10 Tracks To Echo In The Dark

(Awal)

indie pop

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Dopo quasi 20 anni di carriera e 5 album all’attivo, ritornano in questo 2022 i The Kooks, autori di un album d’esordio molto osannato ma smarritisi nel corso degli anni dove hanno proposto album di livello qualitativo medio/basso. Con questa sesta produzione intitolata 10 Tracks To Echo In The Dark sembrano aver abbandonato definitivamente il sound festaiolo degli esordi per dirigersi verso atmosfere più mature e ragionate ma comunque di buona fattura.

Un lavoro che parte subito con la gradevolissima Connection, traccia che rivela un Luke Pritchard (voce e chitarra della band) in gran forma.

Con Cold Heart le sonorità che strizzano l’occhio all’electropop si avvicinano a quelle molto in voga oggigiorno fra band britanniche come Foals e Two Door Cinema Club. E’ un brano che mi ricorda parecchio anche i Duran Duran anni 90.

Più accattivante e particolare Jesse James che, dopo un primo ascolto che non mi aveva colpito, è diventata una delle mie preferite dell’album.

Closer passa purtroppo senza lasciar traccia e anche Sailing On A Dream, seppur impreziosita da accenni di fiati in stile “The Comet Is Coming” non mi colpisce particolarmente.

 

Con Beautiful World, che vede la partecipazione di Milky Chance, i suoni si macchiano di tinte giamaicane e a lunga distanza si rivela un’altra delle tracce più gradevoli, purtroppo Modern Days riporta tutto allo standard medio dell’album ovvero quello caratterizzato da sonorità che vorrebbero essere interessanti ma non riescono nell’intento.

I 2 minuti scarsi di Oasis , che suona troppo come i già citati Foals,  portano alla chiusura di questo 10 Tracks To Echo In The Dark con 25 e l’inaspettata ballad Without A Doubt, brano assolutamente fuori contesto ma decisamente sopra lo standard medio. Citando il brano che chiude questo sesto lavoro dei The Kooks, senza dubbio la band avrebbe le potenzialità per fare molto di più (c’è bisogno di Pritchard e soci in questo mercato musicale) ma sembra essersi persa e confusa su quale direzione seguire. Alcuni brani sono di buon livello, altri sembrano un copia/incolla di tanta roba che si sente quotidianamente nelle radio inglesi senza lasciare alcun ricordo memorabile. Rimandati!

https://thekooks.com/

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Fabio Busi
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