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The Dandy Warhols: This Machine

Il quartetto di Portland torna dopo 3 anni dall’ultimo album con 11 nuove tracce, dimostrando che il vento della West Coast fa invecchiare bene (forse)

The Dandy Warhols

This Machine

(CD, Naive)

alternative rock


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The Dandy Warhols- This MachineDa quando i Dandy Warhols pubblicarono Dandy’s rule OK?, nel 1995, ne è passata davvero tanta di acqua sotto i ponti. Ora, con l’uscita di This Machine, Courtney Taylor-Taylor e soci vogliono dimostrare a critici e fan che i tormentoni alla Vodafone sono finiti ed è tempo di crescere.

Così, dopo pezzi come Not if you were the last junkie on Earth, Bohemian like you, We used to be friends e Horny as a Dandy, i Dandy Warhols cercano di re-inventarsi per stare al passo coi tempi.

Del resto, il credo del disco è espresso già nel testo di Sad Vacation, prima traccia dell’album e secondo singolo che la band ha deciso di pubblicare: “The more you stay the same, the more you feel you have to change”.

Cercando di discostarsi dai lavori precedenti, i Dandy Warhols decidono di puntare su atmosfere più cupe, ma sembra decisamente blasfemo il riferimento al grunge di In Utero dei Nirvana fatto dal frontman Taylor-Taylor in una recente intervista. Anzi, cercando di emulare Cobain, il 45enne vocalist-chitarrista a volte risulta più annoiato a morte che altro. Sentirlo sussurrare in maniera strascicata per tutta la durata dell’album diventa un po’ pruriginoso nel momento in cui la parte strumentale non è in grado di essere accattivante come dovrebbe/potrebbe.

Il gruppo si districa tra synth, trombe, chitarre, sax e theremin votandosi al desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo ma, se da un lato ne possiamo lodare il tentativo di eterogeneità, dall’altro non può che restare un po’ di amaro in bocca per un obbiettivo non pienamente raggiunto.

Tra risultati apprezzabili (la sopracitata Sad Vacation, Rest your head, SETI vs The Wow! Signal) e altri un po’ meno (16 tons, Well they’re gone), This Machine accompagna l’ascoltatore per 43 minuti che probabilmente non dimostrano la maturità della band, ma ne fanno comunque intuire lo sforzo in tal senso. Risultato che, a questo punto, aspettiamo nel prossimo album.

Visto che sarà il nono, sarebbe anche ora!

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Andrea Bettoncelli
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