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The Charlatans: Who We Touch

Ritornano The Charlatans, che sorpassano il ventennale di attività col loro undicesimo album Who We Touch. Due cd con inediti e b-sides per ricordare a tutti che il britpop è nato da loro

The Charlatans

Who We Touch

(2Cd, Cooking Vinyl)

brit-pop

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The Charlatans- Who We TouchFormatisi alla fine degli anni ’80 e visti da molti come la principale fonte di ispirazione del movimento brit-pop, The Charlatans arrivano al loro undicesimo album, a vent’anni esatti dalla pubblicazione di quel Some Friendly che li rese celebri grazie anche all’anthem The Only One I Knows che raggiunse la decima posizione nelle classifiche inglesi.

Dopo quell’album la band ha pubblicato un album ogni 2-3 anni e tante hit che avrebbero meritato di ottenere maggior successo. The Charlatans infatti sono saliti agli onori ma senza distaccarsi troppo da una nicchia indie che ha loro impedito di raggiungere la popolarità mainstream.

Tim Burgess, leader della band e mente creativa, nel corso degli anni, si è poi proposto anche in versione solista, con progetti collaterali e collaborazioni di rilievo: la più importante delle quali è quella con i Chemical Brothers per il brano The Boxer.

Con questo Who We Touch i “saltimbanchi” di Burgess tornano alla grande proponendo un cd di inediti ed un secondo cd che presenta alcuni brani in versione demo tratti da quest’album e altre b-sides.

Partenza forte con la prima traccia Love Is Ending: un tipico brano alla Charlatans che ci delizia fin dalle prime battute caratterizzate da un basso tipicamente new-wave. Mentre la versione demo è molto rallentata e ci riporta indietro alla fine degli anni ’80, questa viaggia come un treno fino alla fine.

My Foolish Pride ha il suono tipico del britpop degli anni ’90 ed è un poco carente di originalità, seppure di buona fattura, così come le b-sides Lips That Would Kiss, Who We Touch Don’t Mind e Don’t Know Where or When.

Entriamo in atmosfere più intime con Your Pure Soul, uno dei brani migliori dell’album in entrambi i cd, nel secondo dei quali è intriso di magia psichedelica.

Smash The System ha forti connotati madchester alla Happy Mondays.

Con Intimacy si giunge a metà dell’album ed anche al momento più noioso che fortunatamente lascia spazio al groove di Sincerity che torna a far muovere con le tastiere a fare da padrone.

Trust In Desire ricorda fortemente gli U2 sia nelle atmosfere che nel cantato, sia nella prima che nella seconda versione. Brano di buon impatto che però potrebbe far storcere il naso ai fans più puristi dei Charlatans.

Si volge al termine con il poprock di When I Wonder , con le atmosfere suadenti di Oh! (brano migliore dell’album) e con le atmosfere visionarie di You Can Swim che concludono questo Who We Touch sorprendendo con una traccia fantasma intitolata Sing The Body Eclectic che colpisce grazie ad una notevole teatralità intrisa di lisergico alla Syd Barrett .

Fra i brani presenti nel secondo cd, oltre i già citati, sono da segnalare le atmosfere bucoliche di These Things e l’elettronica di Throbbing Genesis, brano strumentale che riporta alle sonorità ultimamente riproposte da molte band di provenienza inglese, Editors su tutti.

Con Who We Touch, The Charlatans dimostrano ancora una volta di essere una band in grado di stare al passo con i tempi, cercando di riproporre il loro tipico sound sia in versione originale che in un versione che strizza l’occhio alle sonorità più attuali. Contenti tutti: nuovi e vecchi fan.

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Fabio Busi
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