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The Bankrobber: recensione di Lighters And Lovers

I The Bankrobber con Lighters And Lovers non realizzaziono solo una operazione-nostalgia sulla new wave, ma 11 ottime canzoni.

The Bankrobber

Lighters And Lovers

(Vrec Music Labe

new wave

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Non si esce vivi dagli anni Ottanta non è solo una storica canzone degli Afterhours, ma anche uno stato mentale che deve per forza di cose legare indissolubilmente Maddalena e Giacomo Oberti, anime dei The Bankrobber, che sono stati aiutati per la realizzazione di questo album dalla coppia ritmica formata da Andrea Villani (basso) e Neri Bandinelli (batteria).

Le undici tracce che si trovano all’interno di questo platter sono pervase da una nostalgia new wave che non può non ricordare gli storici tempi che furono.

Cascate di tastiere, batteria elettronica e una caterva di melodie tanto nostalgiche, quanto coinvolgenti come dimostrano pezzi assolutamente clamorosi tipo Hate Me e Bury Me Softly che non possono lasciare indifferenti.

I Beatles, altra influenza che si nota parecchio, si sentono pesantemente in Garden Of Bones, ma è tutto l’insieme che funziona alla perfezione.

Dalla psichedelica Kill My Name a White Skin in cui sembra di ascoltare i Depeche Mode di Violator sino al singolo Leash Died (Shouldn’t Cry) che fa tanto Everything But The Girl, non c’è nulla di sbagliato.

Si viaggia, si sogna, si ritorna indietro con la mente a ripercorrere quelli che furono tempi in cui la musica stava decisamente cambiando e stava provando a rileggere il rock in chiave moderna e futurista.

Ora, nel 2022, queste sonorità, aggiornate come non mai, potrebbero apparire uno strumento di piacere per i nostalgici di quei tempi. Probabilmente è vero, ma c’è un aspetto da non sottovalutare, ovvero il potere e la bellezza delle canzoni.

In Lighters And Lovers non vi è un singolo pezzo che vada al di sotto della sufficienza e tutto questo rende obbligatorio l’acquisto. Consigliato semplicemente a chiunque abbia a cuore la buona musica.

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Francesco Brunale
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