La netlabel Acustronica – nata con l’idea di promuovere e distribuire musica di artisti legati dal pensiero comune di costituire qualcosa di “mai sentito prima” – è ben lieta di presentarci parte del materiale presente sul suo fiorente catalogo. Gli album proposti dall’etichetta, rigorosamente in formato mp3, possono essere scaricati dal sito liberamente, oppure sotto pagamento stabilito dall’artista stesso – pur sempre con l’intento parallelo di creare una sorta di rete internazionale di musicisti, al fine cioè di incentivare anche collaborazioni per quella che potrebbe rivelarsi (forse) una “comunità” artistica. Non è tanto il genere, dunque, quanto la ricerca ad accomunare i diversi lavori di musicisti alle prese con sonorità fra le più policrome attualmente in circolazione. Vi proponiamo alcuni/e di questi/e artisti/band.
L’ep del polistrumentista berlinese Norman Dauskardt, alias Th.e n.d, può essere annoverato fra quei (brevi) lavori in cui l’anima sottomessa e diafana dell’elettronica (e della sezione acustica) domina costantemente il paesaggio sonoro così delineato da una dedizione/soggezione all’ambient, alla contemporanea, e a tutte quelle sonorità post-qualcosa che tanto hanno caratterizzato le ultime due decadi appena conclusesi – per l’appunto, contrassegnate da una predisposizione trasognata rallentata dilatata all’esecuzione: tutte peculiarità che rendono il lavoro di N.D. abbastanza ‘invisibile’ da risultare sottocutaneo e subliminale al punto giusto, nonché soventemente cascante nel soporifero. (Voto 3,1/5)
Appare invece più interessante il mini-album di Antonis Tsagaris, il cui moniker Tristeza Orange si fa carico di un(a) ricerca/amalgama in cui elettronica, scie di feedback, drones ed esotismi jazz vari, trovano un punto d’incontro ideale ripescato tanto dall’epicità post-rock dei Godspeed You! Black Emperor, quanto dall’oscurità post-industriale dei Labradford e da quella freak dei Chrome – presi, sbudellati e ridotti ad un’essenzialità ipostatica. Bello, fra gli altri, il minimalismo divertito su cui è costruita Please Call 911! (Voto 3,4/5)
Ancora più sorprendenti, per certi versi, i Nunun di Cesare (chitarra, synth) e Massimo Discepoli (batteria) (quest’ultimo già passato al vaglio col Nheap di Skymotion), il cui album Impromptu s’arrabatta all’insegna di un’improvvisazione di stampo elettronico jazzistico chitarristico. Le qualità del duo stanno tutte proprio nella capacità di limitare il “danno” di un impro-rock a piede libero – ovvero, nel saper gestire il livello d’entropia senza mai eccedere in sferragliamenti e cagnare tipiche di certo free-jazzcore attualmente in auge. Procedendo in questa maniera il duo dà vita ad un’opera in cui le supposte idealità si tramutano in forme “molecolari” accennate solo per riflesso, mostrandosi bensì forzieri di microcosmi dalle rigogliose sembianze. (Voto 3,5/5)
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