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Tenax: recensione di Revolution Mundi

Quello dei Tenax è una sorta di rock and roll "peace & love", come già intuibile dall'immagine in copertina: 10 tracce che si aggrappano, come Peter Pan alla sua infanzia, alla melodica ruvidezza delle vesti del rock d'autore, sparando fiori e arcobaleni dai cannoni.

Tenax

Revolution Mundi

(R)esisto Distribuzione

rock & roll, blues rock, rock d’autore

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Tenax Revolution Mundi recensioneÈ ammirevole, e a tratti anche commovente, vedere gruppi che, al giorno d’oggi, scelgono di esordire nel mondo discografico con un disco che suona completamente blues e rock & roll, cantato in italiano e senza la benché minima contaminazione elettronica.

Decisione a dir poco coraggiosa, se pensiamo alla curva di domanda e offerta del mercato musicale odierno. Ma questa è la carica motivazionale che ha portato il trio milanese Tenax (composto da Alessio “Paci” Pacifici, Emanuel Prina e Gigi “Gix” Corbetta) a debuttare con il primo album intitolato Revolution Mundi (a distanza di tre anni dal debut EP), edito il 13 marzo scorso per l’etichetta ferrarese (R)esisto Distribuzione ed anticipato dall’uscita del singolo Invincibile.

Quello dei Tenax è una sorta di rock and roll “peace & love”, come già intuibile dall’immagine in copertina: 10 tracce che si aggrappano, come Peter Pan alla sua infanzia, alla melodica ruvidezza delle vesti del rock d’autore, sparando fiori e arcobaleni dai cannoni. Ne consegue una release dal sapore energico, intenso, amarognolo e digeribile come miele d’acacia, che sprigiona quell’odore di chiuso dei vecchi bar, mettendo in evidenza influenze stilistiche nostrane riconducibili ai primi Negrita ed agli ultimi lavori solisti di Piero Pelù e rifacendo un po’ il verso a quel genere di hard rock radiofonico anglofono degli anni Ottanta.

In particolar modo nel brano Hanno Ammazzato Il Chitarrista. Tranquilli, nessun riferimento a Dimebag Darrell. Ma piuttosto, un amorevole e nostalgico omaggio all’importanza del ruolo della chitarra; strumento che, nell’immaginario collettivo, incarna lo spirito rock per antonomasia, genere ormai abbandonato dalle radio FM, quelle che si autodefiniscono rock e che con il tempo hanno, invece, smarrito l’anima ribelle d’un tempo, inseguendo solamente le mode commerciali.

Qualcuno dice che “il rock è morto” (quanti libri scritti a riguardo, vero Luca Paisiello?) ed i tempi son cambiati. Probabilmente è vero, gli assoli non vanno più di moda. Eppure, gli stadi ballano ancora con i classici del rock. Insomma, altro che Sanremo: il sogno dei Tenax è il primo maggio a San Giovanni.

In questo disco i tre amici musicisti rivendicano, con onore, tematiche attuali come condivisione, solidarietà, resilienza, rivoluzione culturale, ecosostenibilità e rispetto per le donne.

Revolution Mundi è, dunque, il desiderio utopico (ed anche un po’ retorico e demodé) di tornare agli ideali della contro-cultura rock; un invito diretto alle nuove generazioni a reagire nei confronti dei conformismi della società moderna, a cambiare il vento educativo attuale, a riemergere dagli abissi intellettuali del nostro tempo e a riprendersi il futuro grazie all’insegnamento del passato.

Ma, come cantava Enrico Ruggeri, il futuro cos’è?

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