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Taras-Bulba: Secrets Chimiques

Secrets Chimiques è un attacco noise al sistema nervoso dell'ascoltatore. Lo porta nel più piacevole dei gironi infernali a base di massicce dosi di psichedelia indie. Rumorosissima. Ed entusiasmante

Taras-Bulba

Secrets Chimiques

(Cd, Wallace Records, 2008)

psycho-indie

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Sono in tre, sono italiani, sono al terzo album e sembra che suonino in dieci, compreso un cantante che non hanno (le voci infatti sono frutto di campionamenti). Sono i Taras-Bulba e arrivano da Milano a infiammare un 2008 piuttosto sonnacchioso con un album in cui assalti tribali, chitarre soniche, acrobazie di basso e deviazioni noise scuotono l’ascoltatore fino alle budella.

Con l’aiuto di un contrabasso e una tromba (gli ospiti Nige Caputo e Ennio Salvemini), i Taras-Bulba fanno cambiare rotto all’album almeno tre volte, dai tribalismi dell’inizio alle atmosfere liquide e quasi oscure della parte centrale, per poi tornare alle sfuriate hardecore/noise.

Matematici senza essere mai cerebrali, fisici senza mai sfociare nel puro istinto, i Taras-Bulba sono autori di un sound familiare ma personale, riconoscibile senza rinunciare alla sperimentazione.

Il loro indie-noise vergato di psichedelia è lontanamente imparentato con la furia industriale, ma i Secrets Chimiques del titolo sono gelosamente custoditi dai “nostri”, che li usano per creare un’esperinza d’ascolto stordente, straniante, fisicamente debilitante, (in)consciamente estrema. In una parola: entusiasmante.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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