AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Stone Temple Pilots

Ritornano, a nove anni dal precedente album, gli Stone Temple Pilots che, con questo lavoro, danno vita ad un nuovo capitolo della loro storia lasciandoci, però, stupiti ed un po' perplessi

Stone Temple Pilots

Stone Temple Pilots

(CD, Atlantic Records)

alternative rock, hard rock, grunge

_________________

stone-temple-pilots-2010-cdA due anni dalla loro reunion e a nove dal precedente Shangri-La DeeDa gli Stone Temple Pilots ci fanno dono di un nuovo album: l’atteso ed omonimo Stone Temple Pilots.

Un album che si sarebbe potuto tranquillamente intitolare “Il grunge d’oltreoceano che incontra i Beatles”. E’ palese, infatti, quanto il sound grunge che ha sempre caratterizzato questa band, che ormai calca le scene da più di dieci anni (pause escluse), si diriga deciso verso quelle atmosfere molto english-style che richiamano la mente al quartetto di Liverpool. Ma non solo.

Perché è anche molto chiaro il voler riportare i suoni a quelle melodie che elettrizzavano chiunque, nei primi anni novanta, si fosse ritrovato ad ascoltarle. Ci si avvicina, quindi, a quello che questo stesso gruppo ci aveva regalato nel 1992 con Creep e Plush ma senza davvero raggiungerlo.

Si perde un po’ di quel lavoro di basso. Si perde quella unicità del suono che li aveva resi una tra le band riconoscibili al primo ascolto e che, con i loro colleghi Pearl Jam, li aveva fatti entrare nei cuori di chi li stava ad ascoltare. Unicità del suono che, però, ancora sopravvive. E lo fa in brani come Hay Daze piuttosto che in altri come Hichory Dicotomy in cui è molto più chiara l’impronta british.

Direi quindi che non si tratta tanto di un salto di qualità quanto un tentativo di rinnovare l’impostazione sonora che, purtroppo, non riesce al cento per cento a raggiungere quei livelli a cui ci eravamo abituati.

Ma, sia ben inteso, non si tratta di un album che non valga la pena di essere ascoltato, anzi, perché sicuramente l’impronta del gruppo c’è e si sente. E poi, nonostante tutto, abbiamo imparato che questa band è sempre stata e sempre sarà in grado, dopo uno scivolone, di rialzarsi con molta dignità lasciandoci sempre un po’ stupiti.

Gli ultimi articoli di Ileana

Condivi sui social network: