Starsailor
All The Plans
(Cd, Emi)
pop, rock
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Per quanto tempo potremo ancora mantenere la calma? Sembra proprio che All The Plans, il nuovo album degli Starsailor, sia stato creato apposta per provocarci, per mettere a dura prova i nostri nervi tesi. Per quante volte, infatti, bisognerà ancora sentire le stesse ballatone poppettare, infarcite di sentimentalismo da telefilm adolescenziale?
Bisogna pur dire che i britannici Starsailor, quando si formarono nel 2000, partirono con tutte le migliori intenzioni: rubarono il loro nome dall’album più famoso (e più commovente) di Tim Buckley,e il cantante, James Walsh, si distinse subito per il suo timbro pulito e originale. Il pop -rock schietto e senza pretese della band venne premiato con una lunga permanenza nelle classifiche inglese. E poi? Forse i quattro ragazzi di Chorley si accontentarono, o forse esaurirono le idee: fatto sta che nelle loro canzoni non c’è stata alcuna crescita di rilevanza, e il loro sound si è attestato su un livello di medietà che con il tempo è diventato mediocrità.
All The Plans è un disco sostanzialmente inutile: ben confezionato, per carità, ma completamente sprovvisto di contenuti. E non bastano né la collaborazione con Ron Wood dei Rolling Stones (che suona nel brano All The Plans We Made), né i pochi colpi ben assestati, come The Thames, brano country-rock con una bella chitarra polverosa che fa molto Far West, a migliorare la situazione. Per il resto ci sono solo brani ben eseguiti, ordinati e perfettamente prevedibili, caratterizzati dal solito rock melodico di cui sono saturi tutti i negozi di dischi.
Tanto miele appiccicoso, tanto zucchero dolciastro e tanti buoni sentimenti. Ma le emozioni vere proprio non ci sono.
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