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Speak In Tongues: Speak My Tongue

I lombardi Speak In Tongues giocano con la "lingua" nel loro Speak My Tongue, musica ispirata a certe sonorità alternative come quelle di punk, hard rock e grunge

Speak In Tongues

Speak My Tongue

(Digital download, Autoproduzione)

alt-rock, hard rock, pop

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Speak In Tongues è il nome del gruppo cremasco formato da Mauro Palmiro (chitarrista, tastierista e compositore di tutti i brani), Filippo Guerini (basso), Sandro Mazza (batteria) e Marcello Zuccotti (voce, chitarra acustica).

La loro musica è ispirata a certe sonorità alternative come quelle di punk, hard rock e grunge: la testimonianza diretta è il primo album in studio, Speak My Tongue.

Si tratta però di otto canzoni che evitano il confronto con le sonorità dure dei generi sopracitati. Basta ascoltare l’iniziale Innocent, brano tanto febbricitante quanto innocuo. Oppure Well Aware, timidamente grunge aperta da una slide guitar di effetto. Non mancano poi riempitivi come The Secret e Safe.

Little Fairy Girl è invece una ballata sottilmente psichedelica con cori alla Beach Boys, ma a livello compositivo è solo un minestrone mal amalgamato. Statement Of Intent, a metà tra Deep Purple e Ramones, sembra partire col piglio giusto ma poi si affievolisce con un cantato poco incisivo, come i cori del resto. Uno dei problemi della loro musica è proprio questo: cantato poco convinto e cori inutili.

La soluzione dell’organo come novità naufraga con The Man Who Wasn’t There. L’unica traccia che è cantata e suonata con convinzione è quella che chiude l’album: l’hardcore punk di Sir Complain & Mr. Blame non sarà il massimo dell’originalità ma almeno è spontanea.

Le pillole dolcificate di Speak My Tongue attenuano le asprezze del rock alternativo. Coretti e melodie rendono innocue le cariche sovversive dei generi che affrontano gli Speak In Tongues. Magari sono anche buone certe partenze, ma poi i brani mancano di quello scatto emotivo che evita appiattimenti.

 

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Alessio Morrone
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