Soyuz
Everybody Loves You
(Cd, Black Nutria)
rock, indie
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I Soyuz, gruppo nato tre anni fa in quel di Vicenza, fanno la loro prima apparizione sul mercato italiano con Everybody Loves You e il loro rock carico ma molto pretenzioso. Guidati dal cantante e chitarrista (nonché autore di testi e musiche) Mauro Poli, si propongono come un’alternativa al nutrito panorama underground italico. Il trio si completa con la parte ritmica, affidata al bassista Giulio Sprocati ed al batterista Marco Lo Giudice.
Recensire l’album di debutto di una band emergente è, a dirla tutta, estremamente difficile, perché non si hanno basi da cui partire, e si corre il rischio di esaltarsi troppo od accanirsi esageratamente. Tuttavia, se il disco è anonimo, il rischio diminuisce. Ed, a mio parere, anonimo è l’aggettivo più adatto a questo lavoro.
Dieci brani di durata medio breve, simili tra loro, anche eccessivamente, senza alcun picco qualitativo, senza alcuna canzone degna di rimanere nel tempo, con ben la metà dei pezzi assolutamente insufficienti, dotati di riff poco originali e ritornelli non molto orecchiabili. Il tutto, fortunatamente, bilanciato anche dalla mancanza di veri e propri orrori auditivi, in quanto anche le tracce meno accattivanti possono risultare digeribili all’ascoltatore medio.
Da segnalare, le due estremità dell’album, ovvero l’opener Around Me, Baby brano che si lascia ascoltare con facilità, complice anche l’assolo, unico nel cd, degno di applausi per la vincente melodia, ed Avoid Contact che chiude il tutto con buon ritmo. Nota positiva è in effetti l’intera sezione ritmica, presente ed alquanto trascinante nel corso dell’intera opera, seppur con eccessiva monotonia.
Leggera bocciatura, dunque, per il rock d’evasione dei tre vicentini, troppo lontani dalla completezza classica ed anche dalla contaminazione odierna, troppo vicini alle sonorità d’oltreoceano, vecchie o nuove che siano. Non è facile poter suonare musica di qualità nel nostro paese, non è facile poter imporre la propria personalità, ma di certo non è la strada dei compromessi quella giusta da seguire, e di produzioni al livello di questa, se non di maggiore brillantezza, anche l’Italia ne ha molte da offrire.
Ciononostante va detto che è complicato iniziare con la giusta formula, ci vuole tempo per maturare il proprio stile, o per rielaborarne uno già usato con la necessaria originalità, e se questo album riuscirà ad avere un adeguato successo, non resta che sperare in un’evoluzione musicale del gruppo, di modo che esso possa poi restituire al con la propria musica una ricompensa alla fortuna… ed a chi comprerà il cd.
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