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Soulfallen: The Promise Of Hell

The Promise Of Hell è l’ultimo capitolo della trilogia creata dai Soulfallen, cupi e romantici musicisti finlandesi. Un concept album tutto da scoprire, costruito intrecciando le migliori derivazioni del metal nordico

Soulfallen

The Promise Of Hell

(Grave New Music)

melodic death metal

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Soulfallen- The Promise Of HellLa descrizione dell’apocalisse fatta dai Soulfallen nel loro terzo album è azzeccata.  Ma prima di spiegarvi perché è bene fare una precisazione: The Promise Of Hell non è un album facile, adatto ad un ascolto mordi e fuggi.

Godetevelo come meglio vi pare, ma questo album merita almeno un ascolto con cuffie e testo a lato.

Mi trovo nuovamente a presentare un gruppo finlandese che rivisita il metal oscuro, e lo fa immettendo nella propria opera ogni elemento necessario allo scopo finale e non preoccupandosi di rimanere nei limiti di un solo genere.

I Soulfallen si sono formati nel 2003 e dopo due demo hanno dato alla luce World Expiration, primo capitolo della trilogia qui conclusa, che ha vinto diversi premi in nord Europa come debut album più interessante del 2007.

A cinque anni di distanza arriva The Promise Of Hell, la cui narrazione è incentrata sulla fine del mondo. I testi vogliono trasmetterci la sensazione di una terra senza più possibilità di riscatto o recupero, i dettagli servono solo a rafforzare la consapevolezza dell’ineluttabile.

Non è più questione di rappresentare un genere: stili vocali, partiture orchestrali, cori, tutto converge nella costruzione del film-album ed è funzionale a esso.

Ma se il tema è infernale, non pensate di venir catapultati in qualche bolgia strumentale.

I Soulfallen hanno molta misura e melodia dalla loro, e tutto l’album è avvolto da una certa morbida andatura: non c’è bisogno di esprimere rabbia e follia, questi sentimenti sono per chi ancora combatte. Solo a tratti la voce emana una certa disperazione, dando totale verosimiglianza ai sentimenti espressi dal concept.

Quello che non si può negare è una certa stanchezza che può prendere l’ascoltatore: un’abbondanza di voce quasi narrata  appesantisce in qualche modo il risultato finale. Se non si è interessati ad immergersi nell’evoluzione del racconto si potrebbe preferire un album di più immediato ascolto.

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Dafne Perticarini
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