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Sofa Surfers: Blindside

Giunti al settimo album i Sofa Surfers cercano ancora una volta di reinventarsi. Tra rock, elettronica e neo soul. Con qualche ombra

Sofa Surfers

Blindside

(Cd Monoscope Productions)

alternative rock, elettronica

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sofa-surfers-recensione-blindsideArrivati al loro settimo album in studio, i Sofa Surfers proseguono la loro ricerca verso la costruzione di un magma capace di racchiudere space rock, elettronica notturna e post–qualsiasi cosa.

Attivo fin dal 1996, ora il collettivo viennese sembra a un punto di svolta, Blindside vuole essere attimo di rottura tra rock bianco e hip hop (anche i questo album in evidenza il cantato ossessivo di Mani Obeya), tra suggestioni neo-soul e visionarietà avvolgente, sia cinema apparente, sia lucido nelle sonorità.

Il problema di questo nuovo album non sono le premesse, ma i risultati: altalenanti, confusi, quasi innocui a tratti. Eppure. Eppure l’iniziale Playing the game incute timore, tra digressioni alla Isis e sudicia svogliatezza in stile Tv on The Radio,  e una coda psichedelica da far invidia a chiunque non abbia sentito i due gruppi appena citati: scopiazzature fatte bene.

O la limpida Deserter, che incanta tra incidere alla Massive Attack e tensione mai esplosa eppure trascinante. 100 Days sa di jazz-noise inquietante, qualcosa di incompiuto che però entusiasma.

Gutcut u. d. h. v. non sa di nulla, insapore, sembrano i Girls Against Boys più svogliati e prevedibili, che già di loro lo erano. Hard Wired è chiaramente una canzone dei Massive Attack, quindi non recensibile.

Heavy Water rincorre ossessiva al punto giusto, ma sembra una cover di Futurism vs. Passeism dei Blonde Redhead. La direzione generale dell’album sembra un rincorrere le rarefatte atmosfere notturne dei Bark Psychosis, senza riuscirci, incapaci di stravolgere strutture troppo ben definite.

E poi non è mai troppo un bene quando il recensore ricorre continuamente ad altri gruppi per descrivere la musica di un gruppo, ma dovrebbe descrivere l’effetto che i Sofa Surfers provocano sulla sua pelle, immagini sensazioni situazioni: a me viene in mente solo l’effetto che hanno fatto su di me altri gruppi ben più originali.

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Federico Pevere
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