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Snapped Ankles: recensione di Hard Times Furious Dancing

La nuova release degli Snapped Ankles - Hard Times Furious Dancing - segna un ritorno potente e vitale per il quartetto londinese, che ci consegna un manifesto sonoro incendiario, perfettamente calibrato tra denuncia sociale e irrefrenabile pulsione danzante.

Snapped Ankles

Hard Times Furious Dancing

(The Leaf Label)

dance-punk, post-punk

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La nuova release degli Snapped Ankles segna un ritorno potente e vitale per il quartetto londinese, che dopo quattro anni dal loro ultimo lavoro in studio Forest Of Your Problems (2021), consegna un manifesto sonoro incendiario, perfettamente calibrato tra denuncia sociale e irrefrenabile pulsione danzante.

Hard Times Furious Dancing rappresenta l’evoluzione naturale del loro sound distintivo, mantenendo saldo il DNA krautrock-meets-disco-punk, ma espandendone gli orizzonti con una consapevolezza nuova. Il titolo, ispirato alla prefazione della raccolta poetica di Alice Walker, racchiude l’essenza del messaggio: nei tempi difficili, la danza furiosa diventa atto di resistenza e liberazione collettiva.

Il lead single Raoul è un concentrato perfetto della loro estetica: ritmi ipnotici, synth tribali e voci spigolose che creano un’atmosfera tanto straniante quanto coinvolgente. Il brano si ispira al documentario su Terry Gilliam Lost In La Mancha, creando un parallelo tra la lotta del regista contro i mulini a vento e la condizione dell’artista contemporaneo.

Tracce come Pay The Rent affrontano senza filtri la crisi economica che strangola la scena musicale indipendente, mentre Smart World immagina un dialogo surreale tra Brian Eno e il compianto Conny Plank sull’ascesa dell’intelligenza artificiale. Bai Lan (ispirata all’espressione cinese traducibile come “lascia che marcisca”) esplora una forma contemporanea di drop-out culturale, in risposta alle crescenti pressioni sociali.

Il vero elemento catalizzatore dell’intero lavoro è la tensione tra il desiderio di fuga attraverso la danza e la lucida consapevolezza delle problematiche sociali. I quattro musicisti, fedeli alla loro estetica con i caratteristici costumi ghillie e i sintetizzatori costruiti da tronchi d’albero, mantengono intatta la loro potenza performativa, evidente nel recente show al 100 Club di Londra.

Sul piano produttivo, l’album amalgama sapientemente elementi analogici e digitali, creando texture sonore stratificate che rimandano tanto ai Can quanto ai LCD Soundsystem, con un’attitudine punk che avvicina il gruppo ai contemporanei Fat Dog e SCALER.

Hard Times Furious Dancing conferma gli Snapped Ankles come una delle formazioni più originali e stimolanti della scena post-punk britannica, capaci di trasformare l’angoscia collettiva in un rituale danzante liberatorio. Non offrono soluzioni definitive ai problemi denunciati, ma invitano all’azione collettiva attraverso l’abbandono fisico alla musica – una forma di resistenza primitiva quanto necessaria nell’era dell’alienazione digitale.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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