Smegmachine
s/t
(Autoproduzione)
grunge, indie rock
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Il giovane quintetto degli Smegmachine che si è formato tre anni fa in quel di Bergamo ci ha presentato il disco omonimo che ha autoprodotto attraverso 12 brani altamente indie-rock, partendo come una furia con Sotto Tana richiamando il Buon Noncompleanno e il BelPaese delle Meraviglie in un gioco lirico di citazioni.
La successiva Acque Torbide ha una struttura di arpeggi malinconici e un ritornello dai toni pesanti attraverso distorsioni acide e un comparto ritmico batteria-basso che accompagna i pezzi dell’intero album in maniera piuttosto vigorosa.
Da questo iniziale approccio si ricava un mood estremamente inquieto e aggressivo, la morbosità del sound è evidente anche nei brani che seguono come In Caduta dove brevi riff disegnano la melodia su cui il singer Manuel Fracasetti ricorda Marco Cocci e i suoi Malfunk o i più sconosciuti Livida. Insomma, siamo di fronte ad un rock tendente al metal dai toni cupi e distorti che appoggiano i testi cantati in italiano.
Bisogna attendere Tsunami per ascoltare un brano leggermente più dinamico o le repentine accelerazioni di Baby Blues in cui però si comincia ad avvertire una certa ripetitività.
Sterile è una ballad malinconica che possiamo accostare a qualcosa che va dagli Alice in Chains al Santo Niente. Nel gioco dell’alternanza nei brani distorti assistiamo ad arpeggi che inframezzano la canzone, un esempio lampante è Endovena, e poi gli Smegmachine riescono a sfoggiare il meglio in un brano pieno di intensità come Autunno, penso il pezzo più impegnativo che li mette in gioco grazie ad un pregevole scambio di chiaroscuri elettrici, in un vortice di decadenza rabbiosa, rantoli melodici e riff metal a corredo che concede alla band la piacevole sensazione che potrebbero cambiare registro nel prossimo album.
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