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Sliimy: Paint Your Face

Per alcuni è già il nuovo Mika. Sliimy, il ventenne francese che in un batter d’occhio è diventato il nuovo tormentone di My Space, con il suo album d’esordio dimostra che oltre al ritornello orecchiabile e all’aspetto simpatico c’è molto, ma molto di più

Sliimy

Paint Your Face

(Cd, Warner)

pop

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Sliimy - Paint Your FaceÈ ormai storia nota: spesso ci si stanca di vedere talenti perfettini  incanalati in voci pulite, abiti stilosi e corpi tonici. Ogni tanto incuriosisce vedere uno sfigato dall’aspetto improponibile che si mette davanti a un microfono. E allora si pensa: vediamo questo qui che combina.

Ora dalla Francia arriva un altro nerd dagli occhiali spessi, i capelli ricci e spettinati, i vestiti clowneschi e l’aria stralunata. Si chiama Sliimy, ha vent’anni e viene dalla cittadina francese di Saint-Étienne, anche se con la Francia Sliimy non ha proprio nulla a che fare. La sua musica, infatti, va collocata a pieno titolo accanto ai nomi più quotati del  pop inglese, come Lily Allen o Kate Nash. La critica lo ha già paragonato a Mika, e in effetti è il primo nome che salta alla mente , ma in realtà la somiglianza tra i due è più di facciata che di sostanza: Sliimy inganna con i suoi ricci ribelli, la figura allampanata e l’atteggiamento gay friendly, caratteristiche che lo rendono simile al cantante libanese. Ma nel sound ci sono molte differenze: Mika ha una voce più precisa, più barocca, più spregiudicata. Sliimy, al contrario, è naif e dolce, più inconsapevole. Ma non per questo la sua musica è meno convincente.

Paint Your Face è un disco giocherellone, che si diverte a impiastricciare twee- pop leggero e canticchiabile con pennellate di altri generi musicali. Wake Up, nel suo pop da filastrocca, accoglie vibrazioni reggae; Magic Game si lascia suggestionare dalla world music fracassona di M.I.A. e di Santagold. Sorridiamo ascoltando la tastiera kitsch, molto anni Ottanta, di Our Generation, anche se il livello massimo della naïveté viene raggiunto con Everytime, una lieve canzoncina di pop anni Sessanta.

Ma Sliimy non è tutto saltelli e sorrisi. Nel suo album di debutto, infatti,  riesce a trovare spazio anche per brani dal groove più serioso. La title track, indurita da una severa chitarra rock, ha delle atmosfere poco rassicuranti. Mum ha un’anima black, quasi gospel, mentre in See U Again, Sliimy si appoggia solo ad un lento pianoforte, mettendo così a nudo l’intrigante pasta della propria voce: roca, leggermente sporcata da lievi increspature, adorabilmente androgina e imperfetta.

Tic Tac e My God sembrano delle canzoni da night club, tutti schiocchi di dita, pianoforte sinuoso e voce ammiccante. Sono gli unici brani in cui Sliimy mette da parte la propria trasognata innocenza per vestire un ruolo più provocante, di cui però non se ne sentiva il bisogno. In conclusione, Womanizer, cover del brano di Britney Spears, che con la sua ironia di certo non fa rimpiangere la versione originale.

Sliimy deve ancora mettere a fuoco il proprio stile e cercare di allontanare da sé paragoni ingombranti. È normale, per un esordiente così giovane, essere ancora un po’ acerbo. Ma con quella voce così strana e attraente, Sliimy dimostra di potere essere molto di più di un fenomeno momentaneo. E , davanti al microfono, questo nerd tutto occhiali e tenerezza non può che lasciare a bocca aperta.

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Sofia Marelli
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