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Sinister: The Silent Howling

Una delle bands più longeve e influenti del panorama death metal europeo... The Silent Howling rappresenta il loro ottavo full, secondo parto della "seconda giovinezza" degli olandesi

Sinister

The Silent Howling

(Cd, Massacre Records, 2008)

death metal

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Una volta i Sinister tiravano fuori capolavori… E questa è la prima affermazione giusta. I Sinister hanno perso la strada qualche anno fa con l’ingaggio della singer (donna) Rachel le cui growling vocals non reggevano… Ma siamo sicuri di ciò? A mio parere non completamente, ma andiamo con ordine.

La band in questione rappresenta senza ombra di dubbio uno dei gruppi cardine della scena death europea, attivi dal 1988 e autori specie nella prima metà degli anni ’90 di vere e proprie pietre miliari del genere. Poi il divorzio con i due precedenti vocalist portò a cavallo del nuovo millennio l’ingaggio di una “donzella” dietro al microfono che suscitò non poche critiche da parte degli addetti ai lavori che si concentrarono su questo particolare piuttosto che analizzare oggettivamente i contenuti complessivi di quegli album.

Presa come capro espiatorio, dopo tre lavori in studio il passaggio del drummer Aad Kloosterwaad ha portato alla pubblicazione di <i>Afterburner</i> prima (considerato come un ritorno alle origini dalla critica) e per l’appunto <i>The Silent Howling</i> adesso.

Cos’è cambiato nella musica dei Sinister? Praticamente poco. Semplicemente la band olandese ha passato un periodo difficile, è tornata sulle scene e – se è vero che la qualità è migliorata – non lo è stato certo per motivi da imputare alle vocals.

E’ chiara ormai la strada intrapresa dai nostri che hanno trasformato il loro death metal brutale e veloce in una nuova entità: stesso stile ma brani più ragionati e soprattutto più lunghi (si va dai quasi 6 minuti di <i>The Kill To Come</i> ai 10 della title-track), una maggior attenzione per i passaggi chitarristici e più in generale la voglia di costruire una “canzone” ancor prima che pestare senza raziocinio.

Ed in ciò l’album in questione è decisamente un prosieguo del discorso intrapreso nel precedente, un lavoro alla fin fine onesto, che si lascia ascoltare ma che forse va ancora un pò limato nei particolari.

Ci vuole qualche idea in più, maggiore varietà tale da rendere brani così lunghi meno monotoni nel loro insieme. La strada intrapresa sembra insomma essere quella giusta, ci si aspetta nelle prossime prove un ulteriore passo in avanti per una band che ha ancora cose da dire.

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Luca Di Simone
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