Simona Norato
La fine del mondo
(La Fionda)
canzone d’autore
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Con la produzione artistica di Cesare Basile, l’official in solitaria della cantautrice/musicista siciliana Simona Norato, La fine del mondo, dodici tracce delicate come un raggio di luna sferzante, cupo come una drammaturgia, misterioso come un fondale d’anima, un lavoro che all’inizio rimane ermetico poi – con l’andare – avvolge i pensieri in un abbraccio estetico ristoratore.
Quasi un cantautorato d’avanguardia, in collisione con la forma canzone consueta, un personalissimo colpo estetico che zigzaga tra poetica intima e sguardi trasversali verso il mondo d’intorno, la guerra ed il vivere in un qualcosa di cui ancora intravederne i confini, gli amori o le aspettative, tracce che scavano e vanno fino in fondo a certi significati reconditi o da creare. La Norato dipinge scenari emotivi e tremolanti fino ad intriderli nel sapore inconfondibile di un pop slegato dalla superficie in cui siamo stati svezzati, un pop dalle molte influenze e chiaroscuri, immerso in sostanze latineggianti Welcome home, dentro una teatralità obliqua Betty Blue, Scimmia, La fine del mondo in un noise psichedelico Scultore, Mezza mela o a capofitto nelle nevrotiche fasi di un house-industrial armonico Negli anni 80, un tirar dritto nel proprio istinto creativo che se ne frega delle modalità, che segue il suo ottimo capriccio, il suo canovaccio anarchico, sfuggente alle stupide impronte delle mode.
Magicamente storto, magicamente tormentato.
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