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Sigur Rós: recensione di Átta

A sorpresa è uscito un nuovo lavoro dei Sigur Rós. Átta è un disco che può essere tutto tranne che un sottofondo, piuttosto è un concept totalizzante che ci ridà in stato di grazia una delle band che più ci ha emozionato negli ultimi 30 anni.

Sigur Rós

Átta

(BMG)

post-rock, glitch, experimental, ambient

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Si può colpire lo stomaco dell’ascoltare anche senza usare la batteria? Ad ascoltare Átta, la nuova fatica dei Sigur Rós, direi proprio di sì.

Átta significa 8, come l’ottavo album della band islandese, ma anche come il titolo dello struggente brano che conclude l’album.

Nei 10 anni passati dall’uscita du Kveikur è successo di tutto: Jonsi è andato a vivere a Los Angeles, Kjartan Sveinsson è tornato nella band (che aveva lasciato prima dell’album del 2013), il batterista Orri Páll Dýrason ha gettato la spugna (brutte accuse, smentite, e strascichi legali per violenza sessuale), il brand Sigur Rós invischiato in un causa (vinta) per presunta evasione fiscale. Insomma, un bel po’ di terremoti.

Ma poi, poco prima che scoppiasse la pandemia, Sveinsson è andato a trovare Jonsi a Los Angeles e… immediatamente è scattata la magia. Ancora un po’ di improvvisazioni nello scantinato del cantante subito dopo i vari lockdown, per poi metter a fuoco il tutto coinvolgendo lo storico bassista Georg Holm e … via … verso Londra per registrare gli arrangiamenti con i 32 elementi della London Contemporary Orchestra diretta da Robert Ames.

Quello che ne è uscito fuori è un disco di circa un’ora che suona come l’apocalisse imminente, un lento, lentissimo trascinamento verso l’inferno degli inevitabili cambiamenti climatici, un flusso sonoro ipnoticamente di matrice ambient, ma talmente ricco di suoni, di dettagli, di emozioni palpabili, da produrre un ascolto totalizzante, che taglia fuori qualsiasi altra cosa, che tagli fuori il resto del mondo.

Átta è un disco fuori dal tempo, pretende (e facilmente ottiene) dedizione assoluta, un ascolto attento che non concede nulla alle distrazioni degli ascolti basati sulle playlist e sullo skip selvaggio, piuttosto che reclama una modalità antica, fatta di poltrona, un buon impianto (e/o un’ottima cuffia), magari una candela accesa e un goccio di cognac, per concedersi l’Ascolto (quello con la maiuscola).

Átta è un disco che può essere tutto tranne che un sottofondo, piuttosto è un concept totalizzante che ci ridà in stato di grazia una delle band che più ci ha emozionato negli ultimi 30 anni.

P.S.: per ora Átta è disponibile solo in digitale, per i vari formati fisici bisognerà attendere settembre.

Guarda il video: Sigur Rós – Blóðberg

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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