Sick Of It All
Based On A True Story
(Cd, Century Media)
hardcore, hardcore metal, metal-core, thrash metal
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Che i Sick Of It All rimangano uno dei gruppi migliori del panorama hardcore old school è assodato e il loro ultimo album studio, Based On A True Story, è l’ennesima riconferma di quanto la band newyorkese, con orgoglio, abbia mantenuto e maturato uno stile unico nel panorama della East Coast nordamericana.
C’è un però, doveroso da dirsi, per capire meglio come i quattro ragazzoni (è il caso di chiamarli così!) siano riusciti, dopo 24 anni, a innovarsi, pur nel mantenimento di quello stile che li ha caratterizzati a lungo e che continua a caratterizzarli, nonostante l’età, e nonostante i cambiamenti, climatici e non: la novità di questo album sta in citazioni musicali diverse tra loro, ma tutte riconducibili ad un ambito di disagio, di lotta, di protesta ( a tutti i livelli, in generale tutti sentimenti che pressoché qualsiasi essere umano un po’ incazzato abbia provato almeno una volta nella vita; per questo motivo, come cita il titolo, l’album è “basato su una storia vera”), inserite però nel sostrato hardcore, a sovrastare tutto e a fare da grande legante.
Queste citazioni musicali sono riconducibili all’ambito musicale anglosassone e nord americano quindi: al thrash metal ed al crossover (Death or Jail, The Divide, Dominated, Bent Outta Shape, Lowest Common Denominator, Nobody Rules ), al punk-rock (non a caso viene utilizzato massicciamente nei pezzi in cui la tematica sociale affiora maggiormente come in Good Cop, Dirty Money, Waiting for the Day), oltre a citazioni letterali e testuali (si possono cogliere riferimenti netti a compagni di viaggio, stavolta della West Coast, quali, tanto per fare un nome, gli Offspring di Splinter, se si pensa a Braveheart e addirittura, per sconfinare, sia geograficamente sia musicalmente, a, sì avete capito bene, Iron Maiden in Run To The Hills! Questa commistione, rimescolata nell’hardcore, avviene in A Month Of Sundays…I puristi non mi uccidano, per favore!).
Prettamente hardcore in puro stile newyorkese, con una punta di crossover, sono Lifeline e Watch It Burn; addirittura si coglie qualche influenza del punk-oi, soprattutto nei cori urlati, quasi da stadio, in Long as She’s Standing, a cui si aggiunge però una venatura un po’ metal.
I Sick Of It All sono i testimoni di come la musica non debba essere incasellata in compartimenti stagni e di come il grido dell’essere umano sia ad ogni livello accettabile, e riesca a farsi sentire pur usando linguaggi e mezzi differenziati, in questo caso quelli musicali…in quanto i generi sono codici, ma non devono irrigidirsi, al contrario fondersi e supportarsi, perché la musica ci unisce e non ci divide, a qualsiasi latitudine.
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