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Sgroove: Abbey Ruzz

Abbey Ruzz. A metà strada tra il Trio Medusa ed Elio e le storie tese. Una grande composizione punk che a tratti ricorda l’imitazione dei Backstreet Boys fatta dai Blink 182

Sgroove

Abbey Ruzz

(Cd, Autoproduzione)

pop, punk

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sgrooveabbeyruzzParental control advisory. Ecco la scritta che dovrebbe introdurre l’album degli Sgroove. Un album all’insegna di demenziali e torbide narrazioni. Ma quale genialità ne esce fuori!

Abbey Ruzz sono quindici brani dal forte sapore punk misto ad un pop che alleggerisce le tematiche affrontate.  Sì perché se si parla di una donna Bassamoralmente usando una musicalità familiare ma di ottima qualità, tutto cambia.

L’apertura è affidata ad una singolare sfida tra Mike Nison e gli Sgroove, per l’esattezza “la finale dei nasi massimi”. Ovviamente in eurovisione Rai! Da notare infatti l’intro. La demenzialità è mista ad una stupefacente capacità musicale e ad un innato senso dell’humour testimoniato tra l’altro, dall’inserimento del tema di Rocky Balboa.

È curioso notare quanto i titoli di Abbey Ruzz abbiano una voce individuale. Rappresentano da soli delle piccole opere d’arte comica. Introducono brani neanche troppo metaforici che si prendono gioco delle donne di dubbia moralità, delle sfide, della musica stessa. A proposito di musica, per tutti quelli che parlando di musica house cantano “untz tuntz, untz, tuntz”, nasce Turundurzz. Contenuto testuale: inesistente. Contenuto musicale: inclassificabile. Il succo: sana e simpatica burla della musica house ed affini, in cui a tratti si definiscono termini senza un perché evidente. Metti rozzo, un uomo  che non ha nulla a che vedere con le persone normali.

Gli Sgroove nascono nel 2003 nella provincia di Latina. E già il loro primo album introduce quei “testi a base porno” che sembrano prediligere anche in Abbey Ruzz, loro secondogenito arrivato dopo Ruzzer Than You di due anni fa.

Abbey Ruzz è la sede della poesia post contemporanea. Una poesia tutta da capire e da ascoltare. Una poesia per molti (forse tutti ) versi demente ma inesorabilmente esilarante, che di questi tempi non guasta mai. Espressioni culto? Ci siamo fatti un personal senza hard disk, ti voglio mi manchi non voglio scambiarti col formaggino … per non parlare della francesista chiusura di Fammi Sega Re o dei nomi delle persone di Un Trans che addirittura cita Vasco in dammi una mano e mettila qui … il resto sta all’immaginazione.

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