Sandflower
Lieve
(Overdub Recordings)
groove metal, alternative rock, psych, hard blues, prog rock, post metal
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A distanza di quattro anni dalla pubblicazione di Greve, con alle spalle partecipazioni di prestigio a festival internazionali importanti, i milanesi Sandflower tornano ad affrontare le complessità del mondo contemporaneo dopo il periodo di isolamento per la pandemia, attraverso le sette tracce del loro terzo album intitolato Lieve, edito per Overdub Recordings e anticipato dall’uscita dei singoli Abbatti Le Mura e Porta Per L’Inferno.
Stimolati delle molteplici sfumature dell’animo umano e sollecitati dai continui affanni del nostro vivere quotidiano, i Sandflower (Federico Bonfigliuoli alla voce, Enrico Cattaneo alla chitarra e cori, Julian Lucchetti al basso e cori, Giuseppe Amato alla batteria e percussioni), coadiuvati da Alessandro Carugo ai synth e Davide Tavecchia ai campionamenti, continuano ad alimentare ed evolvere il proprio trademark compositivo, nell’ottica di incontro corale e dinamico tra condivisione e contaminazione, tra musica e critica sociale.
Sotto l’aspetto strumentale, nell’alternanza tra la forza propulsiva di riff incendiari e ritmiche granitiche e la densità introspettiva di sonorizzazioni lisergiche, i Sandflower rievocano il fervore alternativo e generazionale che ha contraddistinto l’epoca degli anni 90, nel tentativo di recuperare l’intensità di quel mood così tormentato, adrenalinico, rabbioso e sfavillante, quando un certo tipo di musica rappresentava ancora una valvola di sfogo verso istituzioni e conformismo, prima che arrivasse l’innocuo marketing del revival.
Quello che affiora, dunque, dall’ascolto di Lieve è l’espressione di un sound stratificato, cupo, abrasivo, potente, duttile e ipnotico; un impianto sonico in grado di incarnare e avvicendare differenti declinazioni stilistiche e mutevoli tensioni umorali. Si va dalle tinte plumbee del post-metal al groove percussivo del metal classico, dall’impeto heavy rock e neo-progressive di Tool e Porcupine Tree a vorticosi e allucinati scenari di hard-psichedelia (Supernova, con testo e voce di Carlodeath), passando per luccicanti espansioni post-rock e distorsioni noise che finiscono per scivolare nel ventre paludoso sludge.
Nello sviluppo testuale e tematico di Lieve, attenzionando cambiamenti e comportamenti di un’umanità sempre più alla deriva dal punto di vista etico, il quartetto lombardo mette sotto osservazione diverse problematiche che affliggono l’attualità: dall’egemonia della cultura individualista al disfacimento del vecchio senso di comunità, dalle barriere ideologiche alle guerre, dalle disuguaglianze economiche che contribuiscono ad ampliare sempre di più la forbice sociale (Considera il Verme, Burattini del Dio Denaro) alla strumentalizzazione politica nei confronti dei flussi migratori (Abbatti Le Mura), dalle tendenze alienanti indotte da un’informazione di massa dai contenuti sempre più divisivi alla violenza di genere (Porta Per L’Inferno), dai destini già segnati alle realtà in cerca di riscatto, fino a toccare il controverso rapporto tra uomo e natura nell’emergenza climatica che minaccia il futuro del pianeta (Estinzione).
Così, al netto di una sensibilità interiore messa sempre più a dura prova dalla fusione tra follia e presunta normalità del presente, i Sandflower invitano a riflettere sui frenetismi della quotidianità, a non lasciarsi sedurre dalle illusioni della fugacità materiale e a rallentare certi ritmi per tornare ad assaporare l’unicità del momento (Come Le Montagne), prima di ritrovarsi a essere “cibo per i vermi e concime per i fiori”, come diceva il professor Keating ai suoi alunni ne L’Attimo Fuggente.
D’altronde non siamo altro che “particelle infinitesimali senzienti, gocce nella marea del tempo”, destinati ad esplodere come una supernova, in una deflagrazione accecante, definitiva e liberatoria, dove tutto tornerà ad essere polvere.
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