Salvo Ruolo
Canciari patruni ‘un è l’bittà
(Controrecords)
folk
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Il mondo e la società della Sicilia dell’800/900 vista dal basso, dalla parte dei sottomessi, è il centro focale del nuovo disco del cantautore musicista Salvo Ruolo, Canciari patruni ‘un è l’bittà, sette brani cantati in siciliano “vecchio” e una storia di storie che parlano e incantano da quel Meridione perennemente ostaggio delle prepotenze e delle angherie di una umanità disumana e in minoranza, una povertà d’animo ricca di astio, moneta e poteri.
Una scaletta popolata di personaggi e sospiri, combattenti, anarchici, sognatori, briganti, tutti in fila per raccontarsi o raccontare la verità degli accadimenti, tutti presentati con la poetica della leggiadria color seppia, mai con la mano pesante della retorica storiografica, un disco che in circa 24 minuti d’ascolto ti riempie di bellissima sincerità popolare, semplice e col cuore aperto, diretta e “contemporaneizzata” al pari di una confidenza tramandata al futuro.
Con la supervisione di un altro siciliano verace Cesare Basile, il disco è un fondamentale chiaroscuro della scena autoriale “altra” – altresì definita di nicchia – italiana ma che può benissimo allungare la sua poetica anche ad ascolti più aperti, come dire, più intensamente pop, e brani – tra i tanti – come il dolceamaro che colora la stupenda A buttana, l’etno-elettrico che brilla in Passannanti o la ninnananna onirica e oscura di Picchi’ brisci accussì notti, danno il senso e la misura di una Sicilia, oltre che arsa di bellezza e malasorte, declinata a un calore antico tra redenzione e fatalismo, sole e polvere..
Disco oltre il DOC!
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