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Ryuichi Sakamoto: Out Of Noise

Curioso sperimentatore, abilissimo musicista e grande compositore di colonne sonore: la personalità di Ryuichi Sakamoto ha mille sfaccettature. E il suo ultimo lavoro, Out Of Noise, costituisce un ulteriore tassello che ci permette di apprezzare ancora una volta la sua straordinaria creatività

Ryuichi Sakamoto

Out Of Noise

(Cd, Commons)

neo-classica

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out of noise_sakamotoNon è soltanto un album, non sono soltanto dodici canzoni. Out Of Noise è un vero e proprio specchio, che riflette fedelmente, nei suoi pregi e nei suoi difetti, la personalità misteriosa e affascinante di Ryuichi Sakamoto. Un artista a suo modo geniale, estremamente complesso e apparentemente contraddittorio: un innovatore, che però non si è mai del tutto allontanato dalla tradizione musicale della sua terra, il Giappone;  un musicista di nicchia, dalla sensibilità raffinata e, forse, eccessivamente colta, ma che non ha mai disdegnato collaborazioni con personaggi decisamente mainstream, del calibro di David Bowie, Iggy Pop e David Byrne; un amante del minimalismo e della delicatezza, messi tuttavia a disposizione di opere cinematografiche sontuose, come L’Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci (che valse a Sakamoto l’Oscar per la miglior colonna sonora), Il Piccolo Buddha,sempre di Bertolucci, e infine Il tè nel deserto. Antitesi e ambiguità, passi falsi e mosse azzeccate: questa, fino ad oggi, è stata la complicata carriera del musicista nipponico.

Out Of Noise è l’ultimo mondo fantastico partorito da Sakamoto. Un album talmente intimo e anomalo che è difficile incanalarlo in rigidi parametri di giudizio. Certe volte il compito si rivela particolarmente arduo: alcuni brani, infatti, altro non  sono che l’affastellamento convulso di stridii e suoni cupi, talmente sgraziati da essere al limite della sopportazione, come avviene ad esempio in Tama. Ci sono anche pezzi che si allontanano da questo ardito sperimentalismo per percorrere strade più consuete, in cui viene lasciato spazio a un tradizionalissimo pianoforte: ecco quindi che prendono vita melodie rassicuranti come quella di Hibari, oppure note irrequiete e frante, come accade in Composition 0919.

Ma l’avanguardia di Sakamoto sembra non accontentarsi del suono artificiale degli strumenti o dei sintetizzatori, vuole estendere il suo dominio agli elementi naturali: il rumore del ghiaccio che si scioglie, che è la struttura portante di Ice, poi ripresa in Glacier;  rimbombi fragorosi, che sembrano essere prodotti dalla profondità di una caverna, si ibridano con sonorità futuristiche e quasi fantascientifiche in Firewater; versi indistinguibili ma chiaramente animaleschi si susseguono, infine, in Disko.

Out Of Noise è un disco panico, in cui viene raggiunto un inaspettato equilibrio tra ordine e caos, tra essenzialità e ridondanza, tra dissonanza e armonia. Forse è talmente intricato da poter scoraggiare nell’ascolto; ma le sensazioni che riesce a provocare sono talmente forti che forse, per una volta, conviene non fermarsi alla superficie.

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Sofia Marelli
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