Rumatera
71 gradi
(Cd, Boogie Records)
punk, pop
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Il tratto positivo di 71 Gradi (ogni riferimento all’alcol è puramente intenzionale), secondo album del simpatico quartetto veneziano Rumatera, è il suo essere un lavoro buffo e demenziale nutrito di un discreto punk disimpegnato e allegro (e non troppo originale). Il suo limite è forse non andare oltre questi elementi, che a lungo andare non bastano a alimentare un interesse costante.
Un altro punto saliente di 71 Gradi, come potrà immaginare chi conosce la band, è che è totalmente in dialetto veneto. Il fatto ha anche causato dei problemi dal momento che, leggo sul sito del corriere del Veneto, alcune emittenti radio-televisive, proprio in virtù del fatto che i brani dei Rumatera sono cantati in veneto, sono riluttanti a trasmetterle. Questa caratteristica non ha però impedito alla band di ottenere numerosi consensi, veicolati dalla diffusione in internet e dal successo alla passata edizione dell’Heineken Jammin’ Festival.
Dal punto di vista personale trovo che l’uso del dialetto crei una sonorità diversa, insolita, aggirando anche diverse asperità metriche dell’italiano.
Riassumendo, un album divertente, allegro e ballabile, che regala qualche sorriso e momento spensierato ma in cui alla fine l’ironia goliardica (a volte anche decisamente crassa) diventa scontata, e in generale i brani si discostano molto poco da ciò che ci si aspetta da essi.
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